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SEGNO + ANCHE NEL 2016

Studi professionali, cresce la spesa in tecnologie digitali

Studi professionali, cresce la spesa in tecnologie digitali
I professionisti hanno speso più di un miliardo di euro per investire in nuove tecnologie. Il dato è di Confprofessioni, in audizione ieri sulla "quarta rivoluzione industriale". si

Il Presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, è intervenuto ieri in Commissione Lavoro del Senato per trattare dell'impatto della Quarta Rivoluzione Industriale sul mercato del lavoro. "Le trasformazioni in atto nelle realtà produttive e nell’organizzazione del lavoro nel panorama globale coinvolgono appieno il lavoro libero-professionale"- ha esordito Stella, portando i numeri degli investimenti affrontati dagli studi professionali per adeguarsi alle nuove tecnologie.

La spesa degli studi professionali nella digitalizzazione è in crescita. Si stima che i professionisti abbiano speso oltre 1,1 miliardi di euro in tecnologia nel 2015, una spesa incrementata del 2,5% nel 2016. Anche se- ha rimarcato Confprofessioni "è solo il 40% degli studi a vedere nell’Information Technology (IT) uno strumento per lo sviluppo del proprio studio".

Formare e incentivare- L'evoluzione IT è comunque inarrestabile e pertanto occorre, "incrementare il rapporto tra professionisti e strumenti tecnologici e digitali", a partire da una riforma del sistema di formazione nelle Università, ma "anche il Pubblico deve fare la sua parte"- ha detto Stella. Si devono infatti " promuovere gli investimenti nel digitale attraverso l’utilizzo dei benefici e sistemi di premialità economica che sono a disposizione dello Stato e delle Regioni, anche sfruttando in questo senso le risorse per lo sviluppo messe a disposizione dai programmi europei". E' questo il caso, ad esempio, dell'Emilia Romagna

Spostamento degli adempimenti amministrativi nel campo della telematica- Lo sviluppo dell'IT e i conseguenti investimenti dei professionisti non si legano solo all'evoluzione determinata dalla "quarta rivoluzione industriale". Sono infatti le stesse Pubbliche Amministrazioni a richiedere (es. fatturazione elettronica, tessera sanitaria, pec, tracciabilità digitale delle attività professionali, ecc.) a richiedere un adeguamento digitale degli studi professionali,  "in un ambito molto delicato come quello dei rapporti con la pubblica amministrazione".
Le professioni economiche sono un indicatore importante di questo rapporto: se “nel 1999, anno di sostanziale avvio del fisco telematico, i dottori, ragionieri e loro studi associati o società inviarono poco più di 7 milioni di documenti fiscali", questo dato "è decuplicato superando, nel 2015, i 77 milioni e mezzo”.

Codificazione delle regole e sussidiarietà- "Lo spostamento degli adempimenti amministrativi nel campo della telematica ha rappresentato uno snellimento degli oneri per la P.A. e per i privati"- aggiunto Stella.
Tutto ciò "deve tuttavia attenersi ad un corretto rapporto con il professionista. È ormai diffusa la consapevolezza che l’espansione del web e del digitale sia avvenuta al di fuori di una previa regolazione; e che viene ora il momento della codificazione di regole di condotta. In questo senso la delega sulla sussidiarietà contenuta nella legge sul lavoro autonomo deve essere opportunamente attuata e non mancheremo di portare il nostro contributo"- ha affermato Stella.

Aggregazione e dimensione monoprofessionale- L'audizione ha toccato anche il tema dell'aggregazione professionale, riguardo alla quale Confprofessioni ha espresso apprezzamento per la recentissima norma, sempre contenuta nella legge sul lavoro autonomo, sulla partecipazione dei professionisti ai contratti di rete, mentre per la legislazione delle Società tra Professionisti "è urgente una revisione", perchè "non è attrattiva per i professionisti e, al contempo, non garantisce adeguatamente indipendenza e autonomia del lavoro professionale".

In Italia la struttura organizzativa degli studi è ancora legata alla dimensione monoprofessionale. Una dimensione che non consente di competere con realtà sempre più strutturate e dalle dimensioni vaste ed articolate. "La sfida - afferma Stella- consiste dunque nel favorire e promuovere processi aggregativi tra i professionisti, nella forma degli studi associati, ma soprattutto delle Società tra professionisti".

L'audizione ha ricordato inoltre il ruolo svolto dal welfare confprofessionale, quello dei sistemi bilaterali "che trovano la loro massima espressione nell’ambito del Contratto collettivo nazionale dei dipendenti dei liberi professionisti.  Tali sistemi bilaterali (Cadiprof, Ebipro, Fondoprofessioni) "sono chiamati ad assumere un ruolo ancor più crescente nella tutela di alcuni interessi essenziali dei professionisti e dei dipendenti e collaboratori degli studi professionali".

pdfIL_TESTO_INTEGRALE_DELLAUDIZIONE.pdf173.38 KB

Lavoro, colmare il digital divide nelle professioni