Procedure più snelle e sanzioni dell'Ordine "immediatamente esecutive". E' il messaggio chiave della riforma della Commissione Centrale per gli esercenti le professioni sanitarie.
Anticipata in audizione parlamentare dal Direttore Generale delle Professioni Sanitarie,
Mariella Mainolfi, la riforma della
CCEPS prende forma. Un
comunicato del Ministero della Salute annuncia uno schema di riforma, caldeggiata dal Ministro
Orazio Schillaci, "a tutela dei cittadini e degli stessi professionisti". Ma la riforma incontra le critiche della FNOVI.
Il contesto- La CCEPS è un organo di giurisdizione speciale che ha il compito di giudicare i ricorsi dei professionisti contro i provvedimenti disciplinari subiti dal proprio Ordine. La Commissione ha competenze anche in materia di iscrizione e cancellazione dagli Albi e di ricorsi elettorali. Negli anni, la Commissione ha attraversato svariate vicissitudini che ne hanno rallentato o addirittura congelato le funzioni, incluso un conflitto di attribuzioni per la presenza al suo interno di rappresentanti del Dicastero in posizioni successivamente corrette. La CCEPS - che ha il potere di ribaltare le decisioni disciplinari dell'Ordine- necessità di diventare "più funzionale ai canoni del giusto processo"- afferma Mainolfi- tra i quali la ragionevole durata, la composizione, l’organizzazione, le competenze e il procedimento.
La proposta di riforma- L'impianto voluto dal Ministro Schillaci prevede interventi per:
-snellire le lungaggini procedurali
-rendere più spedita la trattazione e decisione del giudizio
-costituzione di due Sezioni – una per i medici e gli odontoiatri, che rappresentano più della metà del contenzioso, e l’altra per le altre professioni sanitarie - che si occuperanno sia dei ricorsi pendenti che dei nuovi ricorsi.
Subito esecutive le sanzioni- Il cuore della riforma è la decisione di rendere le sanzioni comminate dagli Ordini immediatamente esecutive, in attesa della decisione della Commissione. E' questa una differenza sostanziale rispetto alle procedure vigente, secondo le quali il ricorso alla Commissione sospende l’efficacia della sanzione, sia essa radiazione o sospensione.
"In questo modo, i medici radiati o sospesi, non potrebbero esercitare la professione fino alla pronuncia della Commissione"- afferma il comunicato del Ministero.
896 giudizi pendenti e arretrati- Per quanto riguarda l’arretrato dei ricorsi in attesa di giudizio, la Commissione scaduta a dicembre del 2020, ha lasciato oltre 400 ricorsi da trattare. Ricostituita a gennaio del 2021, la Commissione non si è potuta riunire, accumulando ulteriore arretrato che complessivamente, a oggi, conta 896 ricorsi pendenti. Fra questi, dai dati forniti dalla Commissione al Ministero della Salute, ci sono 64 i ricorsi pendenti per radiazioni.
Ad aggravare i ritardi, la circostanza delle dimissioni della Presidente
Elena Stanizzi, sostituita a giugno del 2023 da
Antonio Pasca, a sua volta rimpiazzato dall’attuale presidente
Valeria Vaccaro nominata a febbraio 2025.Durante il vuoto di presidenza, la Commissione non ha potuto essere operativa.
Critiche da FNOVI- L'esecutività immediata della sanzione disciplinare prefigurata dalla riforma, "è motivo di grande preoccupazione - commenta la Federazione- perché interviene caricando l’intero onere del giudizio sugli Ordini che potrebbero vedersi costretti a dover affrontare risarcimenti e spese legali in caso di perdita del secondo grado di giudizio". Inoltre, "demolisce il sistema di garanzia che tutela il professionista e crea uno strabismo tra la giustizia ordinaria e quella disciplinare, che porterà a incoerenza e incertezza".
La soluzione per la FNOVI dovrebbe invece essere di "potenziare la composizione della Commissione, individuando più membri sostituiti potrebbe, quindi, portare i lavori a regime snellendo i ricorsi inevasi e migliorando la performance ordinaria".
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