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DGSA E CRNIA

HPAI: migrazione di acquatici, contromisure negli avicoli

HPAI: migrazione di acquatici, contromisure negli avicoli
Inviate ai Servizi Veterinari le misure da attuare, nelle zone ad alto rischio, prima della stagione migratoria. Obiettivo: impedire l'introduzione dell'Aviaria ad alta patogenicità negli avicoli.

Nei mesi di luglio e agosto sono stati confermati diversi casi di Influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) in uccelli selvatici, lungo le coste ovest dell’Europa e sul mar Baltico. Alcuni focolai di HPAI sono stati rilevati anche negli allevamenti di pollame nelle medesime zone interessate dai casi nella fauna selvatica. Questa la situazione epidemiologica descritta in una nota del Ministero della Salute che prevede "un aumento del rischio di introduzione della malattia anche sul territorio nazionale".  La previsione, di breve periodo, è convalidata da un parere del Centro Nazionale di Riferimento per l'Influenza Aviaria (CRNIA).

Dal 15 settembre 2024- Le Regioni con zone ad alto rischio A e B dovranno adottare alcune misure minime di prevenzione, per ridurre il rischio di introduzione primaria del virus all’interno degli stabilimenti avicoli:
- Intensificazione della sorveglianza nella popolazione selvatica. In ottemperanza al piano di sorveglianza nazionale 2024 per l’influenza aviaria, le Regioni con zone ad alto rischio (A e B) predispongono piani di sorveglianza attiva nei confronti degli uccelli acquatici migratori con particolare riguardo agli anatidi e agli uccelli svernanti in Italia;
- Adozione di misure finalizzate ad accrescere la sorveglianza per l’early detection negli stabilimenti di pollame con particolare riguardo alle indagini che devono condurre gli operatori nei casi di mortalità anomala o modifica dei parametri produttivi registrati negli stabilimenti;
- Adozione di misure finalizzate a vietare l’allevamento all’aperto di pollame presente negli stabilimenti posti nelle zone A e B;
- Predisposizione da parte di ciascuna filiera di un programma di accasamento dei tacchini da carne nelle zone a rischio nel rispetto di criteri stabiliti per le aree omogenee definite dalle rispettive Regioni anche al fine di evitare una eccessiva concentrazione di animali sensibili all’influenza aviaria nel periodo a maggior rischio di introduzione dell’HPAI;
- Adozione di protocolli di prevenzione e sorveglianza della HPAI per gli uccelli selvatici ricoverati nei CRAS;
- Sospensione della concentrazione di pollame ed altri volatili in cattività nelle zone A e B in occasione di mercati, mostre, esposizioni ed eventi culturali; divieto di partecipazione a fiere, esposizioni, mostre e mercati in territori esterni alle zone A e B di pollame proveniente dalle zone A e B ad eccezione della sola esposizione/vendita di “volatili ornamentali” di cui all'Allegato I, Parte B del Reg (UE) 2016/429;
- Misure per l’utilizzo in funzione del rischio di richiami vivi dell’ordine degli Anseriformi e Caradriformi negli appostamenti temporanei e fissi nelle zone A e B;
- Prescrizioni per l’immissione e la movimentazione di selvaggina da penna nelle zone A e B;
- Controllo sull’applicazione delle misure gestionali di biosicurezza negli allevamenti avicoli previste dal DM 30 maggio 2023.

Il parere del Centro di Riferimento CRNIA- Gli esperti hanno informato il Ministero della Salute che, con l'inizio della stagione fredda, si prevede che il numero di rilevamenti del virus HPAI negli uccelli selvatici crescerà. L'aumento è in relazione alle migrazioni dei selvatici:  nelle prossime settimane, infatti, gli uccelli acquatici migreranno verso le aree di svernamento "e di conseguenza il rischio di introduzione anche in Italia è destinato a crescere nei prossimi mesi".
Il quadro fornito da EFSA, riferito all'ultima settimana di agosto e alla prima di settembre 2024, descrive un rischio "alto"di introduzione del virus ad alta patogenicità dai volatili selvatici nelle aree costiere occidentali e settentrionali d'Europa. Per il territorio italiano il rischio attuale - classificato come "basso"-  è confinato da alcune aree del nord est.
In altri Paesi,  eventi di trasmissione per contatto diretto o indiretto con i volatili selvatici hanno evidenziato la necessità di mantenere elevati livelli di più sicurezza e di sorveglianza nelle popolazioni avicoli domestiche. L'esperienza storica ha già dimostrato come a fronte di una bassa circolazione di HPAI nei selvatici,  come nella stagione epidemica 2021-2022, si sia comunque verificato "un elevatissimo numero di focolai nella fauna nella stagione fredda con altrettanti casi nel pollame".
Le conseguenti raccomandazioni degli esperti del CRNIA si sono tradotte nelle misure di prevenzione inviate ai Servizi Veterinari dalla Direzione Generale della Sanità Animale del Ministero.

IL_PARERE_DEL_CRNIA_copy.pdf143.37 KB
pdfNOTA_DGSA_PREVENZIONE_HPAI.pdf272.84 KB