Legalizzare la terapia contro la FIP e registrare i casi in anagrafe. Nessuna controindicazione di sanità pubblica. Francesco Orifici (ANMVI): più rischi dalle terapie clandestine.
Nasce dalle
interviste alla stampa nazionale l'invito al dottor
Francesco Orifici, membro del Direttivo nazionale e Presidente di ANMVI Lombardia. L'ha detto l'On
Paolo Bernini (M5s)- moderatore della
conferenza "
Salviamo i gatti dalla FIP. La cura c'è ma è illegale" - che si è svolta questa mattina nella sala stampa di Montecitorio. Promossa dalla deputata Cinquestelle
Stefania Ascari, la conferenza stampa ha fatto da amplificatore dell'
interrogazione al Ministro della Salute per l'autorizzazione alle terapie contro la FIP nei gatti.
Cosa rischia un Veterinario- L'impiego di una molecola non autorizzata comporta sanzioni gravi per il Medico Veterinario. Le ha confermate
una circolare del Ministero della Salute, citata anche dal dottor
Tommaso Furlanello, anch'egli relatore della conferenza stampa. In quella circolare si parla anche di rischi per la salute pubblica, rischi apertamente smentiti dallo stesso Furlanello e confliggenti- secondo Orifici con l'approccio One Health. Nella circolare- risalente a dicembre del 2021-la Direzione Generale della Sanità Animale si rivolgeva ai Servizi Veterinari e ai Carabinieri del NAS- segnalando che "la vendita con indicazioni fuorvianti e l’utilizzo dei suddetti prodotti privi di regolare autorizzazione all’immissione in commercio, oltre a costituire una grave inosservanza della normativa, possono comportare ripercussioni negative gravi in termini di salute pubblica".
Una situazione di disagio e di frustrazione - E' stressante e innaturale per i Medici Veterinari avere "
contatti quotidiani con proprietari di animali gravemente malati, ai quali per nostro compito istituzionale e scientifico dovremmo portare cure e sollievo- ha spiegato Orifici-
ma che per vincoli di tipo giuridico non possiamo assolvere.
E questo risulta incomprensibile anche ai proprietari".
Un farmaco negato perchè antimicrobico- La molecola è stata totalmente assorbita dal contesto anti-Covid- come ha spiegato Furlanello. Ma oggi la negazione all'uso veterinario può avere altre spiegazioni. "
Pensiamo che si voglia proteggere questa molecola - ha affermato Orifici-
perché fa parte della categoria di farmaci antimicrobici, pur essendo un antivirale". In questa categoria ci possono rientrare medicinali riservati all'uso umano e quindi il timore- anche solo ipotetico - è che un uso estensivo di queste molecole possa sviluppare una resistenza e diventare inefficaci nella cura dell'uomo. "
Paradossalmente si toglie dalle mani dei Veterinari una molecola che potrebbe essere utilizzata in maniera controllata e la si lascia invece nelle mani di ignoti che operano nel sottobosco dei social"- ha affermato Orifici.
One Health- "
Chiediamo di poter continuare a svolgere la nostra attività di tutela della salute degli animali e della salute pubblica"- ha ribadito Orifici- perché noi siamo il punto di passaggio da dagli animali all'uomo. Solo noi Medici Veterinari siamo in grado di capire se qualcosa sta succedendo, abbiamo il polso di queste malattie, ormai l'avete sentito dire dieci mila volte: one health e e su questo l'esperienza del Covid ci ha dato una sferzata". Il mancato trattamento della malattia nei gatti comporta anche una dispersione del virus nell'ambiente, con rischi di diffusione imprevedibile.
Rischi dalle terapie clandestine- Gli approvvigionamenti illeciti da canali non ufficiali rappresentano un rischio per l'animale in cura e per la salute pubblica. L'illegallità risiede anche nella contraffazione del prodotto e nell'assenza di garanzie di sicurezza e di qualità della sostanza.
"Mentre noi abbiamo le mani legate - ha affermato Orifici-
dobbiamo lasciare questi animali a dottor Google e a dottor Facebook, che si occuperanno della loro cura, di stabilire le dosi del farmaco, la frequenza di somministrazione, la durata della terapia. Si occuperanno anche di vendere il farmaco con metodiche clandestine". Un meccanismo di messaggistica e di consegna sommerso, che può generare profitti illeciti per migliaia di euro ad ogni gatto malato di FIP, ha denunciato Orifici. Traffici ingenti per un farmaco- ha proseguito- "
che viene venduto in una scatolina, di cui non si conosce la concentrazione, la purezza e di cui i Medici Veterinari non possono conoscer il funzionamento durante la terapia". Identificare i gatti e quantificare la FIP- La mancanza di una anagrafe felina centralizzata, nazionale non consente di conoscere il numero dei gatti presenti sul territorio e i casi di FIP. Monitoraggio e studi epidemiologici risultano così preclusi. "
Siamo disponibili a segnalare quali animali stiamo trattando per FIP- ha detto Orifici-
come già facciamo ad esempio per le vaccinazioni antirabbiche di ogni animale". Avere un quadro preciso della diffusione della Fip nel nostro Paese "potrebbe anche risolvere la piaga degli approvvigionamenti illegali del farmaco.
In attesa della implementazione effettiva del Sinac, il Sistema di Identificazione degli Animali da Compagnia, solo le regioni Lombardia e Puglia- ha ricordato Orifici hanno attivato una anagrafe regionale felina obbligatoria.
I Veterinari chiedono ascolto e qualcosa si muove- "
L'ANMVI fa da trait d'union fra le necessità dei Veterinari, l'opinione pubblica e la politica- ha esordito Orifici -
quindi questa è proprio la sede dalla quale speriamo ci sia un ascolto". Qualcosa si sta già muovendo. L'On Ascari ha annunciato un incontro al Ministero della Salute per discutere il problema e il deposito di una ulteriore interrogazione parlamentare per il monitoraggio della FIP attraverso registrazioni informatizzate e una anagrafica dei gatti che consenta di conoscere la consistenza della popolazione felina e l'incidenza della malattia. Sia il dottor Furlanello che il dottor Orifici hanno offerto la loro collaborazione.
Salviamo i gatti dalla FIP: conferenza stampa alla Camera
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Orifici: senza terapie autorizzate, abusivismo e illegalità