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DOCUMENTO CONCLUSIVO

Professioni sanitarie, presentata la prima indagine conoscitiva

Professioni sanitarie, presentata la prima indagine conoscitiva
Si è conclusa l'indagine conoscitiva su tutte le professioni sanitarie, una iniziativa parlamentare durata sette mesi. Il contributo della FNOVI e il testo finale approvato..

"E' stata una indagine particolarmente impegnativa" dichiara il Presidente della Commissione Affari Sociali On Ugo Cappellacci, "per la complessità dei temi sollevati e di recepire le proposte". Il documento conclusivo è stato illustrato al Ministro Schillaci e al Sottosegretario Gemmato. "Uno sforzo di sintesi"- ha spiegato Cappellacci, che ha registrato consensi trasversali in Commissione.

Il documento compendia le audizioni svolte dall'avvio dell'indagine, a settembre dell'anno scorso, fino alla chiusura l'8 aprile scorso. Fra gli auditi, oltre agli Ordini  professionali anche il Direttore Generale delle professioni sanitarie, Mariella Mainolfi, e la stessa FNOVI, che ieri ha partecipato alla presentazione ufficiale del documento (video) nella persona del Presidente Gaetano Penocchio.

Il contributo della FNOVI- La Federazione nazionale degli Ordini dei veterinari italiani è stata ascoltata in audizione il 23 ottobre scorso. La Vicepresidente Daniela Mulas - si legge nella sintesi curata dalla Commissione Affari Sociali- ha riportato il dato per cui l'80 per cento dei veterinari opera in regime di libera professione, mentre il restante 20 per cento svolge la propria attività all'interno del SSN. Tutti svolgono attività di cura, ma soprattutto di prevenzione, intervenendo sui comportamenti umani, dal momento che le malattie che colpiscono l'uomo sono per tre quarti di origine animale.

La Vicepresidente Mulas ha rilevato come il numero delle donne nella professione abbia recentemente superato quello degli uomini e segnalato una carenza di personale nel settore degli animali «da reddito», dove i rischi per la salute sono più alti, finendo con il travolgere anche la filiera agroalimentare.

Inoltre, la FNOVI ha osservato come permanga il problema della mancata attuazione del decreto del 7 dicembre 2017, istitutivo di una Rete di epidemio-sorveglianza e della figura del medico «veterinario aziendale». Ha inoltre fatto presente che, se nel settore privato le principali carenze si riscontrano nelle zone rurali e nelle piccole città, il settore pubblico si caratterizza per un'elevata domanda di concorsi, che non vanno deserti come invece accade per altre specializzazioni. Le criticità nel ricambio generazionale derivano, quindi, dal fatto che i concorsi vengono purtroppo banditi assai di rado.

Di conseguenza, la Federazione ha formulato proposte tese a valorizzare maggiormente il medico veterinario e a riconoscerne il ruolo sociale, tramite la possibilità di usufruire di agevolazioni fiscali (ridurre l'IVA sulle prestazioni garantirebbe il diritto all'equo compenso) e di semplificazioni nelle procedure amministrative. Occorrerebbero, inoltre, un maggiore coinvolgimento attivo dei liberi professionisti nella rete di epidemio-sorveglianza e una maggiore attenzione per i dipendenti del SSN, ad esempio contrastando il fenomeno delle aggressioni, cresciuto di recente.

Indagine conoscitiva in materia di riordino delle professioni sanitarie.