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DIRETTIVA 2010/63

Il relatore della Comunitaria 2011: ipocrisia sull’articolo 14

Il relatore della Comunitaria 2011: ipocrisia sull’articolo 14
"Un Paese serio dovrebbero affrontare il problema posto dall'articolo 14 in modo diverso".

Il relatore della Legge Comunitaria 2011, Sen Di Giovan Paolo, sarà colui che dovrà riferire a Palazzo Madama sulle Direttive più delicate in via di recepimento, fra cui la Direttiva 2010/63. Il termine per gli emendamenti è ulteriormente slittato e l'Italia sta accumulando un ritardo legislativo, contravvenendo all'imperativo alla puntualità dettato dal Governo Monti.

In 14° Commissione, sentiti i pareri dei Ministeri degli Affari Europei e della Salute il relatore ha osservato criticamente che la posizione in seno al Governo, sull'articolo 14 ( protezione degli animali utilizzati a fini scientifici " non può che essere univoca".

Il Senatore "reputa a dir poco disdicevole il comportamento di alcuni parlamentari che, mentre nell'attuale fase politica imbastiscono un battage propagandistico a proprio uso e consumo, allorchè, invece, rivestivano la carica di Ministro della Repubblica, non si sono minimamente opposti all'elaborazione della direttiva 63/2010/UE nella sede del negoziato comunitario".

In qualità "di obiettore di coscienza e persona non violenta", Di Giovan Paolo osserva che la campagna di minacce e di intimidazioni approntata nei confronti di molti componenti la Commissione Politiche dell'Unione europea del Senato sul cosiddetto problema della vivisezione, costituisce un'offesa inqualificabile nei confronti del Parlamento e dello stesso Governo della Repubblica".

Secondo il senatore se è vero – come ha sostenuto il Ministro Moavero- che nessuno può garantire con certezza assoluta l'avvio di una procedura di infrazione come conseguenza della discordanza tra l'articolo 14 ed il dettato normativo europeo, "in base alla lunga esperienza di diritto dell'Unione europea- il Senatore sostiene "che l'infrazione in capo all'Italia verrebbe a verificarsi sicuramente".

A suo modo di vedere, "un Paese ed un Governo serio dovrebbero affrontare il problema posto dall'articolo 14 in modo diverso, ossia domandandosi se i ricercatori nazionali devono o no smettere la loro attività, nei confini del Paese, allo scopo di salvaguardare, ad esempio, i primati non umani".

"In realtà- ha concluso- l'intera questione appare palesemente avvolta da un alone di ipocrisia, visto che coloro che si preoccupano di tutelare gli animali presenti in Italia, poi non sembrano preoccuparsi più di tanto della possibilità che altri animali potranno essere importati in Italia, provenienti magari da Paesi dove le condizioni di controllo e di tutela sono veramente minime".

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