• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31280
LETTERA A VIA ARENULA

Niente più carcere per il reato maltrattamento animale?

Niente più carcere per il reato maltrattamento animale?
La riforma avrà "l'indesiderata conseguenza di abrogare di fatto, quasi, la Legge 189/2004". Le Sen Amati e Cirinnà scrivono al Ministro della Giustizia.
Dopo la proposta di depenalizzare alcuni reati escludendo il ricorso alla pena detentiva carceraria, in Parlamento si registrano iniziative contrarie ad un alleggerimento delle sanzioni nei confronti del reato di maltrattamento animale, introdotto nel Codice Penale dalla Legge 189/2004.

Le Senatrici Silvana Amati e Monica Cirinnà hanno scritto una lettera al Ministro della Giustizia  Andrea Orlando, chiedendo un ripensamento sullo schema di decreto approvato dal Consiglio dei Ministri a dicembre. Le senatrici illustrano le conseguenze del provvedimento varato da Palazzo Chigi, in attuazione di una delega legislativa peraltro conferita dal Parlamento stesso con Legge Delega 67/2014.

In primo luogo, derubricare il reato di maltrattamento "per tenuità del fatto", consentirà- ferma restando la possibilità di risarcimento in sede civile-  l'archiviazione dei procedimenti penali iniziati per reati oggi sanzionati con una pena detentiva fino a 5 anni o con una sanzione pecuniaria, prevista da sola o in aggiunta al carcere; è appunto il caso dei delitti contro il sentimento per gli animali contemplati dal Codice Penale all'Art. 544 ter Maltrattamento di animali, ma anche dell' Art. 544 bis Uccisione di animali, Art. 544-quater. Spettacoli o manifestazioni vietati e Art. 544-quinquies. Divieto di combattimenti tra animali).

In secondo luogo per l'archiviazione il pubblico ministero dovrà dare avviso sia alla parte lesa che all'indagato perchè possano eventualmente contestare la "tenuità"; anche il giudice, prima dell'archiviazione sentirà la parte lesa sulla "tenuità"consentendole i interloquire al pari del Pm e dell'Indagato. Tuttavia, fanno notare Amati e Cirinnà, nel caso di reati in danno agli animali "si verrebbe a creare una situazione di sistematico sbilanciamento del giudizio in favore dell'indagato, essendo del tutto evidente che, al contrario delle altre condotte interessate, gli animali non possono in alcun modo contestare la ritenuta tenuità del fatto".
Il problema non verrebbe risolto dalla legittimazione delle associazioni animaliste ad esercitare i diritti e le facoltà della parte lesa, dato il rischio- osservanole senatrici- che "non vengano informate della denuncia o vengano informate in ritardo, rimanendo escluse dal procedimento".

Nella lettera al Ministro Orlando- diffusa dalla Senatrice Amati- si invita ad introdurre modifiche allo schema di decreto "che salvaguardino la funzione deterrente oltre che simbolica dei reati introdotti dalla Legge 184/2004, "simbolo di una trasformazione culturale e dell'evoluzione del nostro ordinamento in materia di tutela del benessere di esseri senzienti".

Depenalizzazione del reato di maltrattamento animale