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DOPO LE NORME UE

Invariate le norme su etichettatura e tracciabilità di alimenti e mangimi ogm

Invariate le norme su etichettatura e tracciabilità di alimenti e mangimi ogm
Anche dopo la decisione dell'Europa, che ha lasciato agli Stati membri la facoltà di vietare le coltivazioni ogm, l'Italia non sarà un Paese del tutto "ogm free". In Commissione Agricoltura l'On Adriano Zaccagnini ha presentato una interrogazione chiedendo al Mipaaf di dichiarare l'Italia Paese integralmente «OGM free», data l'impossibilità delle norme di coesistenza di garantire la tutela delle coltivazioni tradizionali e biologiche. "La presenza di coltivazioni OGM genera contaminazione certa" sostiene il parlamentare.
L'interrogazione fa seguito alla nuova Direttiva, approvata dal Parlamento europeo il 13 gennaio scorso, che modifica la Direttiva (CE) n. 18 del 12 marzo 2001 sull'emissione deliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati, consentendo a ciascuno Stato membro di limitare o vietare la coltivazione di OGM nel proprio territorio.

Il Sottosegretario Giuseppe Castiglione ha risposto che "per stabilire limitazioni o divieti di coltivazione, la procedura prevista dalla nuova Direttiva consente allo Stato membro di intervenire in due momenti distinti:
1) durante la procedura di autorizzazione, lo Stato membro chiede alla Commissione che l'ambito geografico dell'evento transgenico sia adeguato affinché la coltivazione sia limitata o vietata nel proprio territorio nazionale;
2) successivamente al rilascio dell'autorizzazione, lo Stato membro può adottare misure sulla base di motivi relativi a questioni ambientali, di pianificazione territoriale, di uso del territorio, di impatto socio-economico, di obiettivi di politica agricola e di interesse pubblico.

"La nuova direttiva - ha detto il rappresentante del Governo- offre concrete possibilità di rispondere all'esigenza nazionale di decidere in modo autonomo sulla coltivazione degli OGM, in base alle peculiari caratteristiche del nostro territorio e dei diversi sistemi agroalimentari". Ma le misure volte a evitare possibili contaminazioni involontarie "non riguardano gli Stati membri che vietano la coltivazione degli OGM".

Invece, per ciò che concerne l'etichettatura, Castiglione ha ricordato che i Regolamenti (CE) n. 1829 del 2003 e n. 1830 del 2003, che stabiliscono modalità di etichettatura e tracciabilità di alimenti e mangimi geneticamente modificati, "non sono stati modificati. Sulla base di tali disposizioni, la soglia di tolleranza dello 0,9 per cento non risulta, allo stato, modificabile con normativa nazionale". Per quanto riguarda le sementi, "continuerà ad essere obbligatorio riportare la presenza di OGM anche in tracce, non essendo prevista alcuna soglia di tolleranza".

Castiglione ha fatto presente che i tempi di attuazione potrebbero non essere compatibili con l'avvio della imminente stagione di semina. Infatti, la Direttiva dovrà ora essere approvata dal Consiglio e poi pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea prima di poter essere recepita dagli Stati membri.
Per tale ragione, "sono da tempo in corso i necessari approfondimenti con i Ministeri della salute e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, anche per rinnovare tempestivamente il divieto di coltivazione del mais Mon810 sull'intero territorio nazionale"- ha concluso.