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PREVENZIONE E RISARCIMENTI

Aethina tumida è qui per restare? Il Mipaaf risponde a tre interrogazioni

Aethina tumida è qui per restare? Il Mipaaf risponde a tre interrogazioni
Sulle misure per fronteggiare la diffusione del parassita delle api Aethina tumida, il Vice Ministro Olivero ha risposto a tre interrogazioni parlamentari.
A presentarle (5-04098 Zaccagnini, 5-04187 Parentela e 5-04188 Parentela), in Commissione Agricoltura alla Camera sono stati i deputati Adriano Zaccagnini e Paolo Parentela. Gli esperti dicono che, l'Aethina è arrivata in Europa e oramai ci rimarrà stabilmente, fanno notare gli interroganti che chiedono di riformulare le misure di contrasto e prevenzione " per circoscrivere il fenomeno" , consentire che siano "disposte d'urgenza con opportune nuove ordinanze da parte dei presidenti di giunta delle regioni Calabria e Sicilia" e così contribuire, "a differenza di quanto avvenuto, a salvaguardare l'ecosistema e la sopravvivenza di apicoltori e apicoltura nel nostro Paese con ricadute in termini di reddito e posti di lavoro".

Nella sua risposta, il Vice Ministro Andrea Olivero ha annunciato l'avvio di "un'indagine per comprendere la provenienza dell'Aethina tumida", dicendosi "convinto che il coinvolgimento del Corpo forestale dello Stato possa dare una risposta valida".

Benessere animale e ambientale- Il Mipaaf ribadisce l'impegno "a fare per riconoscere il ruolo fondamentale dell'apicoltura e del benessere delle api, che svolgono non solo una funzione produttiva, ma anche una funzione di indicatori del benessere ambientale, oltre che di impollinazione". Il Ministero, intende confermare per il futuro il progetto BEENET, coordinato dal CRA-API in collaborazione con l'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, con il Dipartimento di scienze e tecnologie agro-alimentari dell'Università di Bologna.
Nell'ambito di BEENET, ha ricordato, è stata definita una rete di monitoraggio nazionale sullo stato di salute degli alveari, anche al fine di approfondirne le cause di moria delle api e di spopolamento. Si tratta di un progetto che coinvolge 3.000 alveari situati in ogni regione e provincia autonoma, attraverso periodici controlli e successive analisi di laboratorio sulle diverse matrici raccolte (api morte, api vive, covata, cera, polline).
A supporto del monitoraggio ci sono poi le «segnalazioni» che permettono di rilevare eventi anomali in alveari che non fanno parte della rete. Il sistema delle segnalazioni prevede che l'apicoltore segnali al Servizio veterinario dell'ASL competente per territorio l'episodio di mortalità e che lo stesso proceda al necessario sopralluogo con raccolta di campioni e al loro invio all'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie per le analisi del caso, in collaborazione anche con la rete BEENET.

Piano di tutela dell'apicoltura a più lungo termine- Olivero ritiene "indispensabile lanciare un piano di tutela dell'apicoltura a più lungo termine, anche mediante il rafforzamento degli strumenti già in atto in base alla legge n. 313 del 2004 (Disciplina dell'apicoltura). In particolare sul tavolo di lavoro "ci sono diverse azioni concrete":
-la messa a punto dell'anagrafe apistica in collaborazione con il Ministero della salute, che attraverso la conoscenza della realtà produttiva, consenta di prevenire e intervenire tempestivamente con strumenti idonei -alle emergenze, come quello dell'Aethina tumida;
-la realizzazione di un'attività di ricerca, informazione e formazione, attraverso la sperimentazione di strumenti di diagnosi e di lotta;
-la tutela delle api regine di origine autoctona (l'ape ligustica e l'ape sicula);
-la promozione del miele di produzione nazionale.

Neonicotinoidi in agenda a Bruxelles- Il programma del Ministero "non potrà inoltre prescindere da una attenta analisi dei rischi per le api provenienti dall'uso improprio degli agro-farmaci". Riferendosi anche alle Linee guida redatte dall'EFSA per la valutazione del rischio di tutti i prodotti fitosanitari nei confronti delle api, il rappresentante del Mipaaf ha annunciato che  l'11 e il 12 dicembre prossimi, si terrà a Bruxelles una riunione della Standing Committee on Plants, Animals, Food and Feed in cui, tra gli argomenti in discussione, è stata inserita la tematica relativa ai neonicotinoidi. In tale contesto, ha aggiunto, dovrebbe essere definito il documento di implementazione delle Linee guida che risultano essere di maggior garanzia per la salvaguardia dell'ambiente e, una volta approvate, introdurranno nuovi aspetti nella valutazione del rischio finora non presi in considerazione.

Risarcimenti- "Siamo consapevoli-che le misure di eradicazione, con la distruzione totale degli alveari, hanno comportato danni rilevanti agli operatori economici" ha detto . Pertanto, per la corresponsione degli indennizzi, ai sensi della legge n. 218 del 1988, agli apicoltori che hanno avuto gli apiari distrutti in conseguenza dell'infestazione, è stato predisposto il pertinente provvedimento del Ministero della salute, attualmente in fase di registrazione della Corte dei conti". Se tale decreto in qualche misura risarcisce la distruzione, "vanno comunque calcolati i danni da mancato reddito, nonché i possibili effetti derivanti dalla mancata impollinazione". Su questo fronte, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali "è impegnato per definire l'attivabilità del Fondo di solidarietà nazionale, in quanto i danni da mancato reddito e l'abbattimento forzoso degli alveari a seguito di attacco delle infestazioni parassitarie segnalate sono assicurabili con polizze agevolate e pertanto gli apicoltori potrebbero sottoscrivere polizze assicurative".
Tuttavia " per poter attivare un regime di aiuto a favore degli apicoltori danneggiati da infestazioni di Aethina tumida e vespa velutina è necessaria una nuova base giuridica, possibilmente con adeguate dotazioni finanziarie (tenuto conto della scarsità di risorse a disposizione per gli interventi compensativi del Fondo) che dovrà preventivamente essere notificata alla Commissione come aiuto di Stato. Infine qualora fosse ritenuto idoneo, le regioni potrebbero attivare, nell'ambito dei propri piani di sviluppo rurale, la misura per il ripristino del potenziale produttivo danneggiato".