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MISURE URGENTI

Protezione di specie animali, il controllo delle specie alloctone

Protezione di specie animali, il controllo delle specie alloctone
Sviluppo e attuazione di piani d'azione per la conservazione di specie di particolare interesse a rischio di estinzione. Italia in ritardo sulla strategia nazionale per la biodiversità.

"Una politica di contenimento delle specie alloctone può essere astrattamente condivisibile, dal momento che l'introduzione di tali specie può produrre squilibri ambientali e ridurre la biodiversità. Tuttavia, si tratta pur sempre di esseri senzienti e che la causa del disequilibrio è per lo più rappresentata da interventi malaccorti dell'uomo". La Senatrice Manuela Granaiola commenta così, in Commissione Igiene e Sanità, le misure urgenti previste dall'AS 1541 (Conversione in legge del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91) e  ritiene "preferibile perseguire forme di protezione ambientale basate prevalentemente sulla prevenzione e sul controllo, in armonia col diritto europeo, e giungere solo ove strettamente necessario a interventi tesi a ridurre la presenza degli animali in questione, prestando sempre e comunque attenzione a evitare inutili sofferenze, anche quando non si possa prescindere dal ricorso alla soppressione".

Piani di conservazione- L'articolo 11 del testo di conversione in legge prevede:" Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare promuove intese e accordi con i Ministri competenti, con le regioni e con altri soggetti pubblici e privati titolati, per lo sviluppo e l'attuazione di piani d'azione per la conservazione di specie di particolare interesse a rischio di estinzione, anche per adempiere tempestivamente alle direttive ed atti d'indirizzo dell'Unione europea, alle regolazioni nazionali vigenti nonché alla Strategia Nazionale per la Biodiversità, adottata in base all'articolo 6 della Convenzione Internazionale sulla Diversità Biologica, ratificata con legge 14 febbraio 1994, n. 124".

La governance definita nell'intesa fra Ministero e Regioni nasce dalla comune consapevolezza che l'attuazione della Strategia Nazionale per la Biodiversità richiede un approccio multidisciplinare ed una forte condivisione e collaborazione tra i decisori politici e le amministrazioni centrali e regionali, con il supporto del mondo accademico e scientifico, raccogliendo le istanze dei portatori di interesse.
Per questo la Conferenza Stato-Regioni sono stati istituiti presso il Ministero dell'Ambiente: un Comitato paritetico per la Biodiversità - composto da rappresentanti delle Amministrazioni centrali e da rappresentanti delle Regioni e Province Autonome- un Tavolo di consultazione che coinvolgerà il Comitato paritetico e rappresentanti delle principali associazioni delle categorie economiche e produttive, delle associazioni ambientaliste per permettere il pieno e costante coinvolgimento dei portatori d'interesse nel percorso di attuazione e revisione della Strategia.

Direzione del Parco Nazionale delle Cinque Terre- Il comma 4 dello stesso articolo punta a dare stabilità funzionale al Parco nazionale delle Cinque Terre "nella specifica cornice di vulnerabilità territoriale messa a rischio da ricorrenti eventi alluvionali"; si prevede quindi che il  Ministro dell'ambiente nomini con proprio decreto un direttore, scelto "in una terna motivatamente proposta dal Presidente dell'Ente all'esito di una procedura pubblica di selezione effettuata avuto riguardo alle attitudini, alle competenze e alle capacità professionali necessarie per l'attribuzione dello specifico incarico".
Alla selezione possono partecipare dirigenti pubblici, funzionari pubblici con almeno dieci anni di anzianità nella qualifica nonché esperti anche tra coloro che abbiano già svolto funzioni di direttore di parchi nazionali o regionali per almeno due anni. Il presidente dell'ente parco stipulerà col direttore così nominato un contratto di diritto privato di durata non superiore a cinque anni.