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IL RANDAGISMO COME PROBLEMA DI SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE

IL RANDAGISMO COME PROBLEMA DI SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE
Le nuove norme sugli animali d'affezione, controllo del randagismo e tutela dell'incolumità pubblica sono all'esame della Commissione Ambiente della Camera. Relatore l'On Michela Vittoria Brambilla, che ha chiesto modifiche prospettando il randagismo anche come problema di sostenibilità ambientale.
La Commissione Ambiente dovrà produrre un parere sul testo uscito dalla Commissione Affari Sociali dopo circa tre anni di lavori. Il testo integra 12 proposte di legge ed è il prodotto di un profondo iter emendativo.

L'On Brambilla- che ieri ha incontrato il Sottosegretario Adelfio Cardinale per chiedere l'apertura di un tavolo permanente sulla materia- ha presentato il provvedimento nel corso della seduta del 28 marzo segnalando "forti criticità", a fronte di "punti qualificanti" e di un giudizio "complessivamente positivo" sulle disposizioni che intervengono in materie di diretta competenza della VIII Commissione.

La relatrice è del parere che "quello del randagismo sia un problema generale di sostenibilità ambientale e quindi possa e debba esser affrontato dalla Commissione Ambiente in un'ottica più vasta". Al riguardo,ha fatto presente che " tale opinione è stata pubblicamente espressa dal Ministro dell'Ambiente Corrado Clini che proprio nella giornata di ieri (27 marzo, ndr), insieme a lei, è intervenuto ad un incontro pubblico organizzato per il nuovo piano di sostenibilità della città di Cosenza, all'interno del quale sono stati inseriti la realizzazione del nuovo canile e la lotta al randagismo".

Proprio in quella sede, riferisce l'On Brambilla, "il Ministro dell'ambiente, cioè il Ministro di riferimento della VIII Commissione, ha voluto evidenziare come il tema, nel suo complesso, abbia diretta relazione con le politiche ambientali ed in particolare afferisca alla materia della sostenibilità ambientale dei territori. E ritiene che di questa nuova e condivisibile impostazione la VIII Commissione debba tenere conto, andando quindi a formulare un parere complessivo sul testo in questione, che non sia limitato ad alcune parti di esso. Ritiene, infatti, che vincere la battaglia contro il randagismo significa accrescere la vivibilità delle nostre città e che, al contrario, perdere l'occasione offerta da questo ripensamento complessivo della legislazione vigente in materia, significherebbe rassegnarsi a lasciare le cose come stanno. Per tali ragioni, considera opportuno segnalare alcune criticità del testo in esame, anche in ragione della propria trentennale esperienza nell'associazionismo per la protezione animale oltre che in qualità di relatrice".

Nel testo uscito dalla Commissione Affari Sociali sono stati fatti "alcuni passi indietro. Tale è, per esempio, la decisione di non applicare la legge alle attività agricole di cui alla legge 23 agosto 1993 ovvero agli allevamenti professionali. Tale esclusione non trova, infatti, alcuna giustificazione sotto il profilo del diritto in quanto gli animali coinvolti in tali attività rientrano a pieno titolo nella definizione di animali d'affezione del testo base. E non solo, tali attività devono avere precisi standard per assicurare il benessere degli animali. Di fatto l'emendamento approvato li esclude, invece, dalle norme che ne assicurerebbero la necessaria tutela, creando un'inspiegabile disparità di trattamento".

Opportuno, invece, che in caso di decesso le carcasse degli animali siano smaltite nel rispetto del Regolamento CE 1069/2009 (recante la disciplina sanitaria per il trattamento dei sottoprodotti di origine animale); pienamente condivisibile il compito in capo ai Comuni di individuare «una o più aree verdi destinate agli animali d'affezione», mentre riconosce ai comuni costieri o rivieraschi la facoltà di individuare «una o più spiagge destinate agli animali d'affezione».

Quanto alle disposizioni contenute ai commi 2 3 dell'articolo 14 e all'articolo 15 del testo unificato in esame, le quali dettano regole per la realizzazione e la gestione di strutture destinate alla tutela degli animali d'affezione, l'On Brambilla rileva "che la loro concreta applicazione non può che avvenire nel rispetto della disciplina generale in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture".
Sfavorevole il giudizio sulla eliminazione del vincolo da parte di chiunque decida di far riprodurre un animale di cedere i cuccioli solo a persone che siano in grado di gestirlo correttamente," con un evidente effetto di deresponsabilizzante". Nel merito della sterilizzazione chirurgica, la parola «preferibilmente»,rappresenta "una sostituzione disastrosa se proposta in un Paese dove, per cultura diffusa, tra il «deve» e il «può» la differenza è la certezza che nulla cambierà".

Non meno dannosa – a suo parere- la soppressione del «cane libero accudito», nonché la modifica della definizione di «cane di comprovata pericolosità»: "si procede – dichiara- con una definizione talmente generica da rendersi applicabile a insindacabile giudizio di un veterinario, anche al cane che abbaia per semplice paura attiva o passiva, indipendentemente dalla reale pericolosità".
La relatrice giudica, " particolarmente grave" anche che le guardie zoofile nominate in base alla legge n. 189 del 2004 non abbiano più la facoltà di agire di propria iniziativa, ma solo su coordinamento e disposizione delle ASL e delle autorità di pubblica sicurezza: il che, a suo avviso, "significa nella sostanza che le guardie zoofile non potrebbero fare alcunché se non per iniziativa e su disposizione dei veterinari e questo segnerebbe, di fatto, la fine della vigilanza zoofila".

L'On Brambilla ha concluso segnalando la presenza di associazioni rappresentative degli allevatori e dei commercianti di animali d'affezione nell'elenco dei soggetti deputati alla formazione professionale degli operatori economici, sostenendo che "tali associazioni non sembrano qualificate per fare una corretta formazione, non solo perché prive di preparazione specifica ma anche perché espressione di poli d'interesse spesso differenti da quelli dell'interesse pubblico".