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88° ASSEMBLEA OIE

OIE, lezione Covid-19: la veterinaria è stata sottovalutata

OIE, lezione Covid-19: la veterinaria è stata sottovalutata
L'esclusione dei sistemi veterinari nazionali da strutture multisettoriali è stata un'opportunità mancata e sarà un punto debole nella capacità di resilienza sanitaria "one health"

Nel corso della sua 88° Assemblea Generale, (24--28 maggio 2021) l'Organizzazione Mondiale della Sanità Animale ha tratto la lezione della pandemia da Covid-19. "E' stata  un duro promemoria sui potenziali costi umani e socio-economici delle malattie emergenti" si legge negli atti conclusivi, ora pubblicati on line.  

La principale lezione è quella che l'OIE dà a se stessa per il futuro: dare più rilevanza alla salute della fauna selvatica nelle sue attività principali. In particolare:
a) a migliorare la capacità dei membri dell'OIE di gestire il rischio di insorgenza di patogeni nella fauna selvatica e trasmissione, tenendo conto della protezione della fauna selvatica;
b) sostenere i membri dell'OIE nel migliorare i loro sistemi di sorveglianza, rilevamento precoce, notifica e gestione delle malattie della fauna selvatica.

Sulla presunta origine della pandemia nella fauna selvatica- L'attenzione internazionale si è concentrata sul commercio di specie selvatiche come fattore di rischio per l'insorgenza di malattie. Ma l'OIE non ha sostenuto le proposte di divieto assoluto preferendo assumere una posizione diversa:  le strategie per ridurre i rischi di malattia connessi al commercio di fauna selvatica devono essere attentamente bilanciate per evitare conseguenze indesiderate dannose. Inoltre, mancano evidenze conclusive sul rapporto fra commercio di specie selvatiche e insorgenza di malattie, pertanto l'OIE è del parere che le strategie di mitigazione del rischio debbano essere accompagnate da ulteriori ricerche, monitoraggi e valutazione d'impatto.

I sistemi veterinari e la fauna selvatica- Per l'OIE la pandemia ha confermato che i veterinari - pubblici e privati- sono attori rilevanti nella gestione della salute della fauna selvatica. Tuttavia, manca un contesto scientifico, politico, strategico e normativo che consenta loro di affrontare adeguatamente i problemi di salute della fauna selvatica. Inoltre, secondo l'OIE è evidente che, sebbene i sistemi veterinari abbiano responsabilità per la salute della fauna selvatica, spesso non sono i principali riferimenti del problema. In molti Paesi, infatti, manca una collaborazione multisettoriale, fra le diverse articolazioni, proprio in aree chiave come la sorveglianza. L'assenza di una chiara autorità di riferiemnto nella salute della fauna selvatica a livello nazionale, regionale e internazionale ha evidenziato la necessità fondamentale di una collaborazione multisettoriale se si vuole raggiungere una resilienza sanitaria

La segnalazione delle malattie della fauna selvatica all'OIE da parte dei suoi membri rimane un punto debole. Le tendenze in calo nella segnalazione potrebbero essere invertite semplificando gli obblighi di segnalazione (ad esempio consolidando l'elenco delle malattie da segnalare) e dimostrando il valore dei dati sulla salute della fauna selvatica raccolti dall'OIE. La sorveglianza e la segnalazione potrebbero essere notevolmente migliorate anche da una migliore collaborazione multisettoriale.

Lacune nella preparazione dei sistemi sanitari pubblici-  Nel post pandemia ci sarà modo di analizzare le carenze dei sistemi sanitari. Secondo l'OIE anche la capacità di gestione delle emergenze dei sistemi veterinari desta preoccupazioni: i piani di emergenza spesso non sono abbinati a risorse sufficienti. La disponibilità di risorse può anche essere dovuta al fatto che la veterinaria  spesso non viene inclusa nei piani nazionali di gestione delle emergenze. "L'esclusione dei servizi veterinari da strutture multisettoriali è un'opportunità mancata e un punto debole significativo nella resilienza One Health"- secondo l'OIE .

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