Il piano si basa su studi e ricerche ultradecennali e condotti su scala mondiale , che dimostrano che la rabbia trasmessa dai cani si può combattere. Oggi la rabbia è presente in oltre 150 paesi e territori. Il virus trasmesso dai cani rappresenta circa il 99% dei casi di rabbia umana causando il decesso di circa 59mila persone all'anno. Da questi dati è partito il programma internazionale "Zero by 30- United against rabies", per l'eradicazione entro il 2030. A lanciarlo sono state ieri le organizzazioni OMS, FAO e OIE, nel corso del World Rabies Day, iniziativa di sensibilizzazione mondiale sostenuta da GARC (Global Alliance for Rabies Control).
"La vaccinazione di massa dei cani - spiega Monique Eloit, direttore generale dell'OIE- è unanimemente riconosciuto come l'approccio d'elezione, per eradicare la malattia negli esseri umani".L'eliminazione della rabbia trasmessa dai cani "è un obiettivo raggiungibile e faremo sì che sia raggiunto»- ha affermato. Per la FAO, se la malattia continua a colpire è solo a causa della povertà e di negligenze. Sul piano strettamente scientifico, l'OMS e l'OIE- rispettivamente Organizzazione mondiale della sanità e della sanità animale- ribadiscono l'esistenza di conoscenze e di mezzi tecnologici per rendere concretamente attuabile una strategia di successo.
Il programma si articola in tre fasi, a partire dalla redazione di piani nazionali, efficaci e sostenibili, di eliminazione della rabbia; quindi si affiancheranno i Paesi coinvolti condividendo esperienze e conoscenze e, infine, si percorrerà il cosiddetto “ultimo miglio” con il sostegno delle comunità impegnate nelle azioni di eradicazione. Le risorse economiche non mancheranno: la sola prima fase potrà contare su un budget di 15 milioni di dollari. I finanziamenti non saranno diretti ai singoli Paesi, ma al programma globale.