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CASSAZIONE

Aggredita da randagi, perchè sarà il Comune a risarcire

Aggredita da randagi, perchè sarà il Comune a risarcire
La Cassazione ha accolto il ricorso di una Asl e annullato la condanna a risarcire per circa 6 mila euro i genitori di una bambina aggredita da due randagi. A pagare sarà il Comune (di Caltanissetta nel caso di specie), perché così vuole la legge regionale siciliana: la Cassazione, infatti, si è rifatta alla lettura delle norme siciliane che hanno attribuito responsabilità specifiche di tutela dell'incolumità solo ai Comuni. Il fondamento della responsabilità per i danni arrecati alla popolazione dagli animali vaganti o randagi sta nell'attribuzione per legge all'ente (o agli enti) incaricati del compito di cattura e custodia. Invece, l'attribuzione di generici compiti di prevenzione del randagismo e di controllo delle nascite della popolazione canina e felina non basta ad attribuire anche una responsabilità per danni. Ecco perchè non sarà la Asl a risarcire, ma solo il Comune.

La massima così recita: "La responsabilità per i danni causati dai cani randagi spetti esclusivamente all'ente, o agli enti, cui è attribuito dalla legge (ed in particolare dalle singole leggi regionali attuative della legge quadro nazionale n. 281/1991) il compito di prevenire il pericolo specifico per l'incolumità della popolazione connesso al randagismo, e cioè il compito della cattura e della custodia dei cani vaganti o randagi. L'attribuzione per legge a uno o più determinati enti pubblici del compito della cattura e della custodia degli animali vaganti o randagi (e cioè liberi e privi di proprietario) può infatti considerarsi il fondamento della responsabilità per i danni eventualmente arrecati alla popolazione dagli animali suddetti, anche sotto l'aspetto della responsabilità civile". (Ordinanza 12495, Corte di Cassazione sezione Terza Civile del 18 maggio 2017).