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Studi di settore, il Fisco tira le somme

Studi di settore, il Fisco tira le somme
A guardare i dati diffusi dal dipartimento delle Finanze, fra i contribuenti soggetti agli studi di settore, i medici veterinari sono i professionisti che se la passano peggio. Dopo di loro solo gli psicologi. In cima alla classifica dei ricavi e compensi medi dichiarati ci sono farmacisti e notai. Dati utili a valutare l'efficacia degli studi per l'emersione della base imponibile. E a stimare la crisi in vista del decreto per le liberalizzazioni.

A guardare i dati diffusi dal dipartimento delle Finanze relativi al 2009, farmacisti e notai e sono i professionisti con il più alto valore, in migliaia di euro, riferito a ricavi/compensi medi dichiarati: 1.1137,7 i primi e 626,4 i secondi. Per reddito medio annuo, la posizione invece si inverte: primi gli studi notarili per 280,9 euro, seconde le farmacie (107,7).

I medici veterinari dichiarano attraverso lo studio di settore ricavi e compensi medi all'anno per 33.3 mila euro, un dato superiore solo a quello degli psicologi, ultimi in classifica fra i professionisti (27,9 mila euro). I veterinari sono il fanalino di coda della classifica dei professionisti per reddito medio annuo: 17, 1 mila euro.
Con riferimento alla congruità, nel 2009 i medici veterinari sono risultati congrui per 31,2 mila euro, non congrui per 15.8.

Il Dipartimento delle Finanze ha considerato tutte le categorie soggette agli studi di settore, quelle con redditi al di sopra dei 30.000 euro (al di sotto scatta la possibilità di adesione al regime dei minimi e quindi l'esonero dalla presentazione degli studi di settore).

Le valutazioni di Via XX Settembre serviranno a verificare il livello di attendibilità e di efficacia degli studi per l'emersione della base imponibile. Che ha dato buoni risultati, pur non trascurando gli strumenti dell'accertamento e del redditometro.

pdfSINTESI DATI STUDI DI SETTORE MEF.pdf