• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31295
LECITO E ILLECITO

Farmaci veterinari on line: prima la vendita e poi la REV?

Farmaci veterinari on line: prima la vendita e poi la REV?
Sono diversi i farmaci veterinari venduti online da attività non meglio definite e non autorizzate, indicate come “farmacie veterinarie”.

A distanza di sei mesi dall’avvio ufficiale della Ricetta Elettronica Veterinaria (REV), sembrerebbe prendere piede la vendita online dei farmaci veterinari. Lo scrive il notiziario farmaciavirtuale.it. La questione riguarda la vendita di farmaci senza ricetta o con ricetta elettronica acquisita via email, WhatsApp, o altri mezzi di comunicazione. Una situazione riferisce il notiziario "già segnalata dai farmacisti agli organi di competenza".

Meccanismi illeciti- Sarebbero diverse le attività online che - senza alcuna autorizzazione ministeriale-  “espongono” i loro listini di vendita, comprensivi anche dei farmaci da erogare necessariamente con ricetta elettronica veterinaria. Una volta registrato, l’utente può liberamente acquistare i prodotti, con la preghiera di “fornire quanto prima la ricetta elettronica veterinaria”, anche in via telematica. Preconfigurando dunque una vera e propria vendita online di farmaci veterinari con ricetta, in barba all’ampia legislazione in materia. Sarebbero decine le referenze vendute con questa modalità: antinfettivi, antielmintici, antifilariosi, ed altre voci ricercabili da chiunque faccia una ricerca da un motore.

Illegittimo l'invio della REV o del Codice dopo l'acquisto- A fornire una prima valutazione del quadro generale è Maurizio Cini, docente presso l’università di Bologna, presidente dell’Asfi. Secondo quanto riportato dal notiziario farmaciavirtuale.it- per Cini «si tratta di una problematica strettamente connessa con l’uso, sempre più diffuso, delle ricette elettroniche,  anche le dematerializzate per uso umano». Secondo Cini, "l'invio del codice mediante un qualunque mezzo telematico, compreso l’Sms o Whatsapp, non può ritenersi vietato in quanto corrisponde alla presentazione del medesimo codice personalmente. Infatti, qualunque farmacia, o parafarmacia per i veterinari, ricevuto il codice, interroga ed estrae la ricetta che, una volta spedita, non è più riutilizzabile».
Tuttavia, conclude Cini, «quello che però mi appare illegittimo, sulla base di quanto rilevato, è l’eventuale invio della ricetta, o del suo codice, posteriormente all’acquisto".