In Italia solo la Regione Lazio ha una legge sull'equo compenso ai liberi professionisti reclutati dagli enti pubblici. E il Governo?
Confprofessioni, Acta, Apiqa Cgil e vIVAce mobilitano professionisti e freelance "per chiedere al Governo di dare immediata attuazione alla norma sull'equo compenso, introdotta dalla legge di Bilancio 2018 e sistematicamente disattesa dalle pubbliche amministrazioni".
#iononlavorogratis- Il 3 aprile a Roma, alle ore 12.00 presso l'Associazione Stampa Romana (via della Torretta, 36) si terrà la conferenza stampa per lanciare la petizione #iononlavorogratis. Alla conferenza stampa è stato invitato il sottosegretario alla Giustizia, Jacopo Morrone.
Da quando sono stati emanati i decreti sui parametri professionali (qui i parametri veterinari) i liberi professionisti chiedono- per voce di Confprofessioni- di stabilire un nesso normativo vincolante fra i valori indicati dal decreto (aumentabili fino all'80% e tenuto conto di: costo del lavoro, costo della tecnologia sanitaria, consumi e margine atteso) e la remunerazione prevista da bandi/avvisi e gare che gli enti pubblici riconoscono ai liberi professionisti vincitori di incarico.
Nonostante la norma nazionale sull'equo compenso e un tavolo di confronto al MISE con il Ministro Luigi Di Maio, le pubbliche amministrazioni bandiscono gare e avvisi in cui il compenso ai liberi professionisti non risulta parametrato alla prestazione o addirittura viene calcolato in 1 euro.
Nel frattempo, la Regione Lazio ha approvato la prima legge regionale (Disposizioni in materia di equo compenso e tutela delle prestazioni professionali) per garantire che la Regione, le società controllate e gli enti strumentali riconoscano compensi equi ai professionisti.