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MOBILITA' PROFESSIONALE

Italia: bassa mobilità in uscita e scarsa attrattività in entrata

Italia: bassa mobilità in uscita e scarsa attrattività in entrata
La mobilità nella UE non decolla. Negli ultimi 20 anni ha coinvolto meno dell'’1% dei professionisti europei. Il Paese più attrattivo, anche per gli italiani, è il Paese della Brexit.


Negli ultimi vent'anni hanno chiesto di esercitare in un altro Paese della UE solo 660 mila liberi professionisti: l'Osservatorio delle libere professioni di Confprofessioni ha fatto il punto sulla mobilità europea dal 1997 al 2017, mettendo in luce che nemmeno il riconoscimento delle qualifiche professionali, avviato 13 anni fa con la Direttiva 2005/36/CE, ha favorito la circolazione dei professionisti. Il meccanismo si infrange contro "il muro della burocrazia", perciò "siamo ancora lontani dalla realizzazione di un effettivo mercato europeo delle professioni"- commenta il Presidente di Confprofessioni Gaetano Stella.

Livelli diversi di attrattività e di burocratizzazione nazionale impediscono il decollo complessivo di un sistema che possa dirsi realmente armonizzato.

I dettagli della mobilità professionale sono contenuti nel Rapporto 2018 sulle libere professioni in Italia, presentato da Confprofessioni all'Antonianum di Roma il mese scorso e ora pubblicato on line. La mobilità all'interno della UE non arriva all'’1% dei professionisti attivi in Europa.  L'Italia è il Paese dal quale si esce di meno e fra i meno attrattivi in entrata.  La destinazione principale dei liberi professionisti italiani ed Europei è il Paese della Brexit.

In uscita: professionisti italiani sotto la media europea per mobilità- L'Italia si colloca al 5° posto nella classifica della mobilità transnazionale delle libere professioni. Le richieste dei liberi professionisti italiani sono state circa 39 mila (poco più di 32 mila quelle approvate): numeri che collocano i connazionali sotto la media europea.
Il dato - rileva l'Osservatorio di Confprofessioni- conferma la bassa propensione dei professionisti italiani a spostarsi in Europa.
La Germania è il Paese che più di altri sostiene la domanda di mobilità internazionale di professionisti, con circa 80 mila richieste. Segue la Polonia, con poco più di 65 mila e quindi la Spagna (quasi 56mila).

Mete preferite- I professionisti italiani che decidono di stabilirsi in un altro Paese puntano sul Regno Unito e sulla Svizzera, mete preferite in particolare di medici, infermieri e specialisti della formazione. Il Regno Unito è la destinazione più gettonata dai professionisti europei in generale: un quarto dei flussi in uscita è diretto Oltremanica. Un dato che è però destinato a fare i conti con la Brexit, alla luce di uno scenario ancora da definire.

In entrata: Italia scarsamente attrattiva- In termini di attrattività, dopo il Regno Unito, iprofessionisti europei collocano, la Norvegia e la Svizzera, che raccolgono rispettivamente il 14% e il 10% dei flussi in uscita. L’Italia, invece, rappresenta una destinazione minore, ponendosi al 9° posto, con una quota inferiore al 4%.


Rapporto 2018 sulle libere professioni in Italia