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DDL PRESTAZIONI SANITARIE

Pubblicità sanitaria ingannevole: approvata la sanzione

Pubblicità sanitaria ingannevole: approvata la sanzione
E' punibile con una sanzione che può arrivare a 10 mila euro, il professionista o la struttura sanitaria che contravvengono alle regole sulla "comunicazione informativa".

E' stato approvato l'emendamento di maggioranza (Sen Massimiliano Romeo Lega) che prevede una sanzione fino a 10 mila euro per pubblicità sanitaria ingannevole. L'emendamento era stato inserito nel ddl Prestazioni Sanitarie, in via di emanazione al Senato. Le nuove regole - sulle quali vengono appoggiate delle sanzioni pecuniarie- sono state introdotte dal comma 525 della Legge di Bilancio 2018.

La norma- Per effetto del comma 525, vigente, le "comunicazioni informative" da parte delle strutture sanitarie private di cura e degli iscritti agli albi degli Ordini delle professioni sanitarie (...) possono contenere unicamente le "informazioni funzionali a garantire il diritto ad una corretta informazione sanitaria". Viene bandito "qualsiasi elemento di carattere attrattivo e suggestivo, tra cui comunicazioni contenenti offerte, sconti e promozioni, che possa determinare il ricorso improprio a trattamenti sanitari".

La sanzione pecuniaria - L'importo della sanzione per inosservanza del comma 525 è pari al 10 per cento del valore dell'attività promozionale e, in ogni caso, non inferiore, a 10 mila euro. La sanzione ricade sia sul Sanitario (inteso come struttura sanitaria privata di cura o singolo professionista iscritto agli Albi degli Ordini delle Professioni Sanitarie) e sia sul  proprietario del mezzo o del sito internet di diffusione o di destinazione.
Non ricadono in questa disciplina soltanto le campagne di prevenzione informative con qualsiasi mezzo diffuse.

I poteri sanzionatori sono attrbuiti alla Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AgCom) in materia di pubblicità sanitaria, e non all'Antitrust.  Infatti, la pubblicità sanitaria è considerata "informativa" e pertanto esula dal contesto del mercato e della concorrenza, per divenire una questione di comunicazione al pubblico. I proventi sono riassegnati all'AgCom.