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QUESTION TIME

PSA, La Pietra: depopolamento aumentato del 200 per cento

PSA, La Pietra: depopolamento aumentato del 200 per cento
A due anni dalla comparsa della Peste Suina Africana, la malattia ha colpito migliaia di cinghiali e nel pavese sono stati abbattuti 46 mila suini. Question time alla Camera.

Iniziative urgenti per il depopolamento dei cinghiali, per assicurare la tutela del patrimonio suino nazionale e per le esportazioni. Le chiedono al Question Time della Camera i deputati dell'opposizione Vaccari, Forattini, Marino e Andrea Rossi ai Ministeri dell'Agricoltura e della Salute. Ha risposto a nome del Governo - premettendo che la materia riguarda prevalentemente aspetti sanitari di  competenza  del Ministero della Salute - il Sottosegretario al Masaf Patrizio Giacomo La Pietra lasciando "insoddisfatti" gli interroganti.

"Eccesso di precauzione"- Gli interroganti  affermano che "a più di due anni dalla comparsa del primo caso in Italia, la peste suina ha colpito oltre 15.400 cinghiali e che "nella sola zona del pavese le regole di prevenzione hanno portato all'abbattimento di 46 mila maiali". Le iniziative di prevenzione si sono rivolte verso gli abbattimenti dei suini sani, "con un eccesso precauzionale"- secondo i deputati, secondo i quali "è stato trascurato il problema dei cinghiali infetti".  E ancora: "pur in assenza di allevamenti contaminati, è sufficiente il ritrovamento di una carcassa di cinghiale infetto per attivare intorno ai comuni interessati zone di sorveglianza e restrizioni sanitarie che bloccano le attività e impattano a cascata sull'intera filiera suinicola, con la conseguente svalutazione del prezzo della carne".

Il Sottosegretario ha corretto i dati degli interroganti ( "le carcasse di animali infetti rinvenute ammontano a poco meno di 2.000") e richiamato il Piano straordinario delle catture 2023-2028, affermando che -  sarà rimodulato annualmente e l'aggiornamento sarà approvato dal Commissario. "Nello specifico, ha aggiunto,  si è optato per aumentare significativamente (oltre il 200 per cento) l'entità degli animali abbattibili con metodi selettivi (caccia di selezione e controllo) e prevedere un contenuto incremento (poco meno del 40 per cento) dell'entità del prelievo da conseguire attraverso la caccia collettiva. Il prelievo, da realizzarsi in attività venatoria, rappresenta, quindi, complessivamente quasi il 74 per cento del prelievo complessivo previsto (circa 612.000 capi)".  Tutto questo, " con l'obiettivo di incrementare il prelievo con metodi a limitato disturbo ambientale, secondo quanto suggerito dai documenti tecnici della UE, e operare una gestione in armonia con la conservazione delle specie non target".

Export- "Per riabilitare le importazioni dall'Italia devono passare due anni dal ritrovamento dell'ultima carcassa positiva alla peste suina, per poi attendere altri due anni per completare l'iter di riqualificazione. Tutti i Paesi extra Unione europea hanno chiuso le importazioni- prosegue-  con la conseguente concorrenza dei principali produttori europei "pronti a sostituire i prodotti italiani con salumeria cruda e cotta, vanificando lavoro e investimenti portati avanti dalla filiera suinicola italiana".

Il Sottosegretario La Pietra ha risposto che il Ministero "sensibilizza e garantisce i propri interlocutori esteri sugli sforzi che il Governo persegue, a tutela dei consumatori, per salvaguardare gli allevamenti della filiera suinicola nazionale da un possibile contagio della PSA".

L'esempio dell'Emilia Romagna- Nell'atto parlamentare vengono riportare le azioni intraprese dalla Regione Emilia-Romagna: "una strategia specifica per arginare la peste suina attraverso: attività di depopolamento, intensificata soprattutto nei distretti piùvocati alla produzione suinicola; incremento del livello di biosicurezza nelle aziende zootecniche, con bandi fino a 9 milioni di euro; rimborso delle spese per la recinzione antintrusione e quella per la realizzazione di piazzole per la disinfestazione degli automezzi e delle zone filtro".
Ma, "le iniziative di una sola regione non bastano. Serve una strategia unica nazionale"- sostengono gli interroganti.

Al riguardo, il Sottosegretario ha chiarito che ricordato che il Piano straordinario 2023-2028 "è attuato e coordinato dalle regioni, che devono aggiornare i Piani regionali di interventi urgenti (PRIU), al fine di renderli coerenti con i contenuti del Piano straordinario stesso".
   

  

   
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(8 aprile 2024)