Regioni e Comuni chiedono la proroga fino al 31 dicembre 2022- e non solo fino al 31 marzo - della possibilità per le aziende ed enti del SSN, di conferire incarichi di lavoro autonomo, anche di collaborazione coordinata e continuativa, ai dirigenti medici, veterinari e sanitari in quiescenza. La proroga è necessaria “per rendere attrattivo l’incarico” sostengono le Regioni, che chiedono anche di sospendere per tutto l’anno 2022, e non solo per il primo trimestre, il divieto di cumulo tra trattamento pensionistico e retribuzione connessa all’incarico.
Senza queste modifiche, il rientro dalla pensione “non sarebbe preso in considerazione da un numero rilevante di professionisti” si legge nel parere delle Regioni che temono di invalidare il recupero di risorse umane aggiuntive per il SSN “ sia a causa del tempo molto ridotto della sua durata, sia e soprattutto perché costringerebbe gli stessi professionisti a dover optare dal 1° aprile 2022 tra il trattamento pensionistico e la remunerazione dell’incarico”.
Secondo la Conferenza delle Regioni, se la remunerazione risultasse inferiore al valore della pensione “non sarebbero in molti coloro che sarebbero disposti a svolgere l’attività di fatto a titolo gratuito”. Veterinari in quiescenza, tre mesi non bastano