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DOPO IL CASO DI ROMA

Cinghiali abbattuti, interrogazione al Ministro Costa

Cinghiali abbattuti, interrogazione al Ministro Costa
Sul caso dei cinghiali abbattuti a Roma, l'Onorevole Patrizia Prestipino ha presentato una interrogazione al Ministro dell'Ambiente.

Dica il Ministro dell'Ambiente se le modalità utilizzate il 16 ottobre per abbattere  setti cinghiali in un Parco di Roma, erano l’unica soluzione percorribile e se non ritenga necessario adottare iniziative per limitare il ricorso a pratiche cruente e garantire una maggiore tutela dei cinghiali. L'interrogazione al Ministro Sergio Costa è della parlamentare PD Patrizia Prestipino, dopo il clamore suscitato nell'opinione pubblica dall'abbattimento, previa telenarcosi, di sette ungulati di cui sei cuccioli al Parco Mario Moderni di Roma.

L'interrogazione dell'On Prestipino richiama il protocollo gestionale firmato nel 2019 dalla Regione Lazio e da Roma Capitale, "che stabilisce la sussidiarietà del ricorso alla telenarcosi rispetto alla cattura tramite recinti o gabbie-trappola". Se non che, quel 16 ottobre,  le gabbie di cattura non sarebbero state disponibili. Da ciò è scaturita-  riferisce l'interrogante- la decisione della telenarcosi e dell'abbattimento in loco da parte della Polizia provinciale.  Anche l'assessore capitolino al benessere degli animali ha dichiarato alla stampa che "la Regione non aveva gabbie per la cattura".

La commissione d'inchiesta- A seguito dell' accaduto a Sindaca di Roma Virginia Raggi ha avviato una commissione d' inchiesta amministrativa per fare luce sui fatti e valutare eventuali profili di responsabilità.

Il parere dell'Ispra-  Sulla vicenda è stato interpellato dal Messaggero l'esperto dell'Ispra Piero Genovesi. Per l'Istitito, la  presenza in aree urbane di cinghiali è "del tutto anomala", e gli animali "rappresentano un pericolo perché possono causare incidenti stradali e trasmettere malattie all'uomo e agli altri animali".  L' animale - ha spiegato- "può essere catturato con gabbie, portato quindi al macello o in zone faunistiche venatorie. Ma - aggiunge -una volta che viene anestetizzato deve essere ucciso». Perché? «Si usa un anestetico del quale non si conoscono gli effetti sui cinghiali,non sappiamo che problemi possa creare allacatena alimentare, comunque non può essereliberato in altre zone».

Il ruolo dei Servizi Veterinari- Il protocollo di gestione deliberato dalla Giunta capitolina nel 2019 affida ai Servizi Veterinari delle ASL il compito della preparazione della miscela anestica, preventivamente concordata da tutti i Servizi Veterinari da utilizzare ai fini della teleanestesia farmacologica e della eutanasia.  I Servizi Veterinari supportano le operazioni di eutanasia degli animali anestesizzati e le operazioni di controllo igienico delle carni. La Città metropolitana di Roma si avvale di personale veterinario della ASL territorialmente competente negli interventi di cattura in teleanestesia o di abbattimento selettivo.

Il cinghiale nel Lazio- Il cinghiale rappresenta il principale fattore di conflitto tra specie animali e attività dell’uomo. Al riguardo il sito di Roma Capitale ricorda che i cinghiali sono da considerarsi animali pericolosi per la salute e l’incolumità pubblica, ai sensi della legge 150/92 ed inclusi nell’allegato A del D.M.19/4/1996, che ne proibisce la detenzione.
La diffusa disponibilità di alimenti di origine antropica ha ridotto il potere attrattivo dell’esca alimentare posta all’interno delle strutture di cattura. I cinghiali si avvicinano alla città  a causa del facile reperimento di risorse trofiche come i rifiuti depositati intorno ai cassonetti e nelle strade fino alla volontaria (e vietata) somministrazione di cibo da parte dei cittadini.

Il protocollo di gestione capitolino si basa su indicazioni fornite dall'Ispra.

Protocollo di gestione dei cinghiali
Delibera Giunta Roma Capitale del 27 settembre 2019