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ASSALZOO

Mangimi, il settore bovino è quello che cresce di più

Mangimi, il settore bovino è quello che cresce di più
A fronte di una riduzione delle consistenze degli animali allevati, l’incremento produttivo nei comparti suino e soprattutto bovino "è un dato notevole".

I numeri e le valutazioni di Assalzoo (Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici) sul 2018 sono positive: nel 2018 la produzione di mangimi è cresciuta - soprattutto nel comparto bovino (+ 4,6% da 3.250 a 3.399 tonnellate) e in quello suinicolo ( +3,5% da 3.605 a 3.731 tonnellate)- due settori decisivi della zootecnia italiana che insieme rappresentano il 50% della produzione nazionale totale di alimenti industriali per animali.

Il responsabile economico Assalzoo, Giulio Gavino Usai -  al termine dell’Assemblea annuale di Assalzoo, che si è tenuta ieri a Roma - parla di "un segnale importante per l’intero settore mangimistico",

Segno più nonostante micotossine e crollo di mais- La crescita più marcata ha interessato un comparto, quello bovino, in ripresa dopo anni di difficoltà. L'incremento - spiega Usai - "conferma gli alti livelli raggiunti dai mangimi in termini di efficienza e sicurezza soprattutto in un momento in cui sono frequenti problemi sanitari, come quelli che derivano dalla presenza di micotossine, riscontrati in molte partite di materie prime (mais in particolare) che comportano notevoli difficoltà di gestione per quegli allevatori che ne fanno uso per l’autoproduzione di mangimi direttamente in allevamento".  Il problema- aggiunge- "viene superato dall’industria in grado di assolvere un importante ruolo di filtro nella selezione e controllo delle materie prime impiegate nel ciclo di produzione".
A questo aspetto va sommato il crollo del mais che negli ultimi dieci anni è stato del 50% e che rappresenta "una materia prima fondamentale nell’alimentazione di bovini e suini, e che viene coltivato meno anche per l’autoconsumo aziendale”.

Avicoli in testa, crescono pesci e ovini- Tengono gli alimenti per volatili, che  confermano al primo posto i mangimi per l’avicoltura (polli, tacchini, galline ovaiole e altri) e che rappresentano il 40% del totale dei mangimi prodotti. Da segnalare la continua espansione dell’alimentazione per pesci e ovini, entrambe le categorie sopra il 5%,  "in costante aumento da diversi anni a conferma del continuo sviluppo dell’acquacoltura, e quello per ovini”.
Ovini, equini e pesci da acquacoltura  fanno, insieme il 6,8% del totale; mentre il pet food è il  3,3% della produzione complessiva di mangimi). La produzione mangimistica per conigli si conferma "in forte crisi da diversi anni".

Il quinto fatturato dell’industria alimentare- Assalzoo rappresenta l’industria mangimistica italiana, con un fatturato di 8,88 miliardi di euro, 9.665 addetti e una produzione di 14,5 milioni di tonnellate.Negli ultimi dieci anni l’export è più che triplicato (+313%) mentre l’import è aumentato del 15%. Il Presidente Assalzoo, Marcello Veronesi ha sottolineato "la continua crescita dell’occupazione che testimonia ancora una volta come la mangimistica sia una presenza importante nel tessuto produttivo dell’economia nazionale”.

Sostenibilità anche sociale - Assalzoo ha avviato con Nomisma un progetto di valutazione della  sostenibilità economica del comparto "importante driver della nostra economia"- ha spiegato Veronesi. In quest’ottica va interpretata anche la nuova modalità di segmentazione del volume economico del settore che vede le indicazioni relative alle premiscele e al pet-food, oltre all’usuale indicazione dei mangimi composti”.L'analisi riguarda anche la sostenibilità ambientale del settore, sulla scia della pubblicazione ‘Allevamento animale e Sostenibilità ambientale – Le tecnologie’”.
L’attenzione alle implicazioni sociali del settore, invece, "è quasi una prima volta", conclude il presidente Assalzoo, riferendosi all'occupazione, ma anche  alla sicurezza degli alimenti e alla lotta contro l’antimicrobico-resistenza.