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RELAZIONE ANNUALE AGCM

Antitrust, no a equo compenso: reintroduce le tariffe professionali

Antitrust, no a equo compenso: reintroduce le tariffe professionali
La nuova disciplina "impedisce ai professionisti comportamenti indipendenti". L'ha detto il Presidente dell'Autorità del Mercato e della Concorrenza alla presenza del Capo dello Stato.


Presidente dell'Antitrust nazionale, Giovanni Pitruzzella, ha illustrato ieri  in Senato le attività svolte nel 2017. Nella sua relazione annuale, l'ultima del suo mandato, Pitruzzella ha svolto - alla presenza del Presidente Sergio Mattarella, numerosi passaggi riguardanti le professioni, il loro grado di effettiva concorrenzialità e i servizi da queste prestati sul mercato.

Fra i passaggi critici e più insistiti figura quello sulla disciplina dell'equo compenso per le prestazioni professionali (art. 19-quaterdecies del Decreto Fiscale). Per il Garante della Concorrenza, la nuova disciplina sull’equo compenso ha "di fatto reintrodotto un regime tariffario per i servizi professionali", ribadendo "con forza, che la fissazione di tariffe professionali fisse e minime costituisce una grave restrizione della concorrenza, in quanto impedisce ai professionisti di adottare comportamenti economici indipendenti e, quindi, di utilizzare il più importante strumento concorrenziale, ossia il prezzo della prestazione".

Inoltre, quale strumento di fissazione delle tariffe, l’equo compenso "costituisce un ostacolo allo sviluppo dell’organizzazione dell’attività professionale in forma societaria"- ha fatto notare Pitruzzella, che boccia le motivazioni degli Avvocati a sostegno dell'articolo 19-quaterdecies. "La misura, che secondo la giustificazione corporativa, dovrebbe tutelare gli avvocati di fronte ai clienti con elevato potere contrattuale (banche e assicurazioni)- ha osservato-  in realtà, è applicabile a tutti i professionisti, incluse le società di professionisti, le quali in questo modo vedono eliminata la possibilità di competere, con singoli o altre società, sotto il profilo del prezzo".

Bocciata anche la doppia imposizione tributaria, per i singoli professionisti e per le società di professionisti cui gli stessi appartengono. Tutte misure che secondo il Garante, "costituiscono disincentivi all’esercizio in forma societaria dell’attività professionale".

L’alternativa all'equo compenso potrebbe essere quella di " un migliore utilizzo delle opportunità offerte da nuovi modelli organizzativi e dalle possibilità di aggregazione". Ad esempio,   costituire studi professionali in forma di società di capitali o studi multidisciplinari, attraverso i quali - sostiene Pitruzzella- si possono certamente raggiungere elevate economie di scala, senza pregiudicare la qualità della prestazione".

Bene anche le misure introdotte dal Jobs Act per tutelare i lavoratori autonomi in situazioni di squilibrio contrattuale "piuttosto che tramite la fissazione di un prezzo minimo".

Anche la Legge Lorenzin può considerarsi "una battuta d’arresto" della concorrenza: "l’Autorità  osserva con preoccupazione l’ampliamento del numero degli ordini professionali in materia sanitaria- afferma Pitruzzella. Si tratta di uno degli aspetti "di maggiore rilevanza concorrenziale" della Legge, secondo l'Antitust, che boccia la creazione di nuovi Ordini professionali sanitari, in aggiunta a quelli già esistenti  dei medici-chirurghi, dei veterinari e dei farmacisti.