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AMBIENTE E SALUTE

ILVA: impatto dell’inquinamento su allevatori e animali

ILVA: impatto dell’inquinamento su allevatori e animali
Saranno presentati il prossimo 12 ottobre i risultati dello studio su 50 allevatori della provincia di Taranto, per valutare l'impatto dell'inquinamento prodotto dall'ILVA.
La ricerca è realizzata all'interno del programma strategico 'Ambiente e Salute' finanziato dal ministero della Salute, l'Istituto superiore di sanita' in collaborazione con il Dipartimento di prevenzione della Asl della citta' pugliese, spiega una nota del dicastero in cui si sintetizza l'attivita' istituzionale di studio e monitoraggio, con numerose ricerche condotte "da parte del Ministero e dall'Istituto superiore di sanita'".

Per quanto riguarda gli allevatori lo "studio esplorativo di monitoraggio biologico umano ha riguardato circa 50 persone, che hanno lavorato presso masserie dislocate nella provincia di Taranto. L'obiettivo di questo studio è di valutare il carico nel corpo degli allevatori di inquinanti persistenti quali metalli pesanti e diossine. Durante lo studio sono state raccolte, oltre ai campioni di sangue sui quali sono state eseguite le misure di inquinanti, anche informazioni sulle caratteristiche delle aziende zootecniche (compresa la distanza dall'impianto siderurgico) e sulle caratteristiche personali dei lavoratori, comprese la storia residenziale e lavorativa, le abitudini alimentari e il consumo di alcool e fumo di sigaretta. Sono in corso le analisi conclusive dello studio i cui risultati saranno presentati presso la Asl di Taranto il 12 ottobre".

Lo studio è stato ideato e disegnato prendendo spunto da precedenti indagini della ASL di Taranto sulla presenza di diossine e PCB negli animali e negli alimenti prodotti dalle aziende zootecniche. Queste indagini hanno portato in alcuni casi al sequestro e all'abbattimento di animali che presentavano livelli di contaminanti al di sopra dei livelli consentiti. Tra il 2008 e il 2009 sono stati analizzati diversi campioni alimentari (latte, ricotte, carni, foraggio, uova) e in due fasi sono state monitorate anche 164 aziende zootecniche. In 12 casi si sono avuti risultati non conformi alle norme, cioè con concentrazioni di diossine elevate. Degli animali regolarmente macellati nella zona è stata imposta la distruzione di fegati e reni.

Il sito di Taranto è stato incluso nel Progetto SENTIERI (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento), finanziato dal Ministero della Salute nell'ambito della ricerca finalizzata 2006, e condotto sotto il coordinamento dell'Istituto Superiore di Sanità, Dipartimento Ambiente e Prevenzione Primaria. Il Progetto SENTIERI si è concluso ed i risultati sono stati pubblicati in un supplemento della rivista Epidemiologia e Prevenzione nel dicembre 2011.

Inoltre il Ministero della Salute tra la fine del 2011 e l'inizio del 2012 ha lanciato un monitoraggio finanziato con fondi per la valutazione della contaminazione di alcuni prodotti di origine animale provenienti da aree interne o prospicienti i Siti di Bonifica di Interesse Nazionale (SIN). Il programma si articola in più fasi temporali: alla fine del 2011 è stato avviato operativamente su 21 SIN, uno per Regione.
Per la Puglia è stato scelto per la prima fase il SIN di Taranto e sono stati scelti i mitili. Sono disponibili i dati fino alla fine di luglio. Su 42 campioni di molluschi analizzati prelevati dagli allevamenti del Mar Piccolo (II Seno) e nel Mar Grande solo in un caso sono stati trovati valori oltre la norma.

La legislazione italiana riconosce quali Siti d'Interesse Nazionale (SIN) quelle aree in cui l'inquinamento di suolo, sottosuolo, acque superficiali e sotterranee è talmente esteso e grave da costituire un serio pericolo per la salute pubblica e per l'ambiente naturale. In Italia ci sono 57 SIN. I contaminanti maggiormente presenti all'interno dei SIN sono: diossine, idrocarburi policiclici aromatici, metalli pesanti, solventi organo clorurati e policlorobifenili (PCB). Il totale della superficie interessata consiste in 1.800 km² di aree marine, lagunari e lacustri e 5.500 km² di aree terrestri.

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