• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31295
RICERCA

Una veterinaria vince il premio Italia per le Donne e la Scienza

Una veterinaria vince il premio Italia per le Donne e la Scienza
Trecento concorrenti, tutte donne. Federica Franciosi fra le cinque vincitrici selezionate da Veronesi.

Il premio "L'Oréal Italia per le Donne e la Scienza", giunto alla sua decima edizone, ieri ha premiato le cinque migliori ricercatrici d'Italia nei campi delle "Scienze per la Vita e la Materia".

Sono:Federica Franciosi (medico veterinario nella foto), Maria Giovanna Dainotti (astrofisica relativista) , Elena Fortunati (ingegnere dei materiali), Monica Scognamiglio (biologa)e Valeria Manera (psicologa).

Come ogni anno, una giuria presieduta dall'oncologo Umberto Veronesi ha selezionato le scienziate vincitrici tra più di 300 candidate italiane e ha loro assegnato una borsa di studio del valore di 15mila euro ciascuna, con i quali porteranno avanti le loro ricerche.

Federica Franciosi ha 32 anni ed è di Ossago Lodigiano. Si è laureata nel 2005 in Medicina Veterinaria all'Università degli Studi di Milano. La sue ricerche si occupano di biologia della riproduzione e sviluppo nei mammiferi. Ha vinto la borsa di studio con un progetto che ha come obiettivo aumentare la sicurezza e l'efficacia della procreazione medicalmente assistita in ambito veterinario. Questi i suoi campi di studio: biologia della riproduzione e dello sviluppo; biotecnologie applicate alla riproduzione assistita nelle specie domestiche ed in
biomedicina; studio delle modificazioni della cromatina e dell'assetto epigenetico durante il differenziamento del gamete femminile.

Il 21 maggio, alla cerimonia di premiazione, tra gli altri, erano presenti il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, il parlamentare europeo e presidente della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia, Amalia Sartori.

«Sono orgoglioso di sentirmi parte di questo successo – ha commentato il Professor Umberto Veronesi, durante la cerimonia di premiazione – credo molto nelle donne di scienza perché pur dovendo contrastare discriminazioni e stereotipi, dimostrano una costanza e un impegno molto forti, insieme a una grande e irremovibile motivazione. Questo fa di loro un esempio imprescindibile per le generazioni future».