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CANONE RAI

Passera: esclusi pc, tablet e smartphone

Passera: esclusi pc, tablet e smartphone
Niente canone speciale Rai: solo per la teleradiodiffusione. Lo ha assicurato il ministro Passera.
Corrado Passera ha risposto alla Camera a un'interrogazione di Massimo Bitonci (Lega) secondo il quale "la Rai ha deciso di chiedere il pagamento del canone speciale a tutte quelle imprese che detengono dispositivi video destinati agli usi piu' vari e disparati, monitor, computer, videofonini, finanche i sistemi di videosorveglianza". Bitonci paventava inoltre "il canone Rai dovra' essere pagato persino da possessori di personal computer, iphone e videofonini, compresi i professionisti con personal computer collegati a piu' reti".

"In linea generale – ha risposto il Ministro- i personal computer, fissi o portatili, i tablet (come gli iPad) e gli smartphone, cioe' gli strumenti suscettibili, di per se', di connessione alla rete internet" sono esclusi dal pagamento del canone speciale Rai. Lo ha assicurato il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, precisando che "la normativa porta a riferire il pagamento del canone solo al servizio di radiodiffusione".

"Pertanto, non e' possibile includere altre forme di distribuzione del segnale audio video (per esempio Web Radio, Web Tv) che sono basate, come dicono i tecnici, su portanti fisici diversi".

Testo integrale della risposta del Ministro dello sviluppo economico: Corrado Passera.
Risale all'articolo 1 del regio-decreto n. 246 del 1938 l'obbligo del pagamento del canone di abbonamento per tutti gli «apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni».
La questione sollevata nei giorni scorsi e ripresa dagli interroganti - su quali debbano essere gli apparecchi soggetti al pagamento dei canoni speciali della Rai - ha reso necessario un celere chiarimento.
Per questa ragione il Ministero dello sviluppo economico ha già provveduto a fornire all'Agenzia delle entrate elementi esplicativi in merito.
La questione sta in questi termini.
La normativa in esame porta a riferire il pagamento del canone solo al servizio di radiodiffusione. Pertanto, non è possibile includere altre forme di distribuzione del segnale audio video (per esempio Web Radio, Web Tv) che sono basate, come dicono i tecnici, su portanti fisici diversi.
In linea generale sono, quindi, esclusi i personal computer, fissi o portatili, i tablet (come gli iPad) e gli smartphone, cioè gli strumenti suscettibili, di per sé, di connessione alla rete internet.
È però necessario, per essere più chiari, qualche ulteriore specificazione tecnica. In altre parole, dobbiamo circoscrivere il campo degli apparecchi soggetti al pagamento del canone a quelli utili alla ricezione di segnali televisivi su piattaforma terrestre e piattaforme satellitare. Tali apparecchi sono quelli caratterizzati da un sintonizzatore, che ha la funzione essenziale di prelevare il segnale di antenna nelle bande destinate al servizio di radiodiffusione e la capacità autonoma di erogare il servizio di radiodiffusione (o come veniva chiamato nel regio-decreto di radioaudizione).
Devo dire che abbiamo trovato la Rai già in linea con questa interpretazione, tanto che si è impegnata a fare tutte le necessarie azioni di chiarimento in questo senso.
L'applicazione della norma in questi termini è tra l'altro in sintonia con la strategia che questo Governo ha già iniziato ad adottare sui temi dell'agenda digitale: come sapete, infatti, ogni sforzo sarà fatto per permettere all'Italia di essere all'avanguardia del mondo digitalizzato.
Quanto all'articolo 17 del cosiddetto decreto «salva Italia», con il quale è stato introdotto l'obbligo, per le imprese e le società, di indicare nella dichiarazione dei redditi il numero dell'abbonamento speciale alla radio e alla televisione e la categoria di appartenenza, va da sé che tale obbligo ricorre nella misura in cui sussiste il correlativo obbligo di pagare il canone speciale, nei limiti sopra accennati.