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ANIMALI NON DEAMBULANTI

Vacche a terra, ANMVI: indignati due volte

Vacche a terra, ANMVI: indignati due volte
Sul maltrattamento di bovini non deambulanti ANMVI ha diffuso un comunicato stampa: Animali fatti inutilmente soffrire. Ma ancor più grave è continuare a ignorare le soluzioni.

Le inchieste dei Media e delle Procure sulle cosiddette ‘vacche a terrà’ indignano due volte i Medici Veterinari della SIVAR (Società Italiana Veterinari per Animali da Reddito- Federata ANMVI): prima di tutto per  le condizioni di patimento di animali non deambulanti e non idonei al trasporto e poi  per la grave e prolungata indifferenza generale verso le soluzioni che fin dal lontano 2009 hanno messo tutti d’accordo: veterinari, allevatori, protezionisti e autorità competenti.

La SIVAR- la Società Italiana Veterinari per Animali da Reddito che riunisce i liberi professionisti che lavorano negli allevamenti nazionali -e l’AIVEMP, Associazione scientifica dei Medici Veterinari di Medicina Pubblica avevano già individuato, nel 2009, le soluzioni nel Regolamento europeo 1/2005 che tutela il benessere degli animali trasportati, prevedendo che quelli inidonei, in quanto sofferenti, non vengano avviati al macello.

Non si tratta nemmeno di più di qualificare le condizioni di trattamento, ma di eliminare alla radice il problema: questi animali non escano dall’allevamento. Sono possibili solo due strade: l’eutanasia – che rappresenta la risposta più opportuna sotto il profilo clinico, normativo, sanitario ed etico- richiesta dall’allevatore al proprio medico veterinario; la macellazione d’urgenza in azienda zootecnica secondo modalità attuabili – e in larga misura regolamentate- nei casi in cui l’animale non trasportabile risulti ancora idoneo alla produzione di alimenti.In nessun caso, l’animale deve subire azioni di caricamento forzato, peggiorative del suo stato di sofferenza e di inabilità all’autonoma deambulazione.

Per la soluzione eutanasica invece manca una procedura che autorizzi e disciplini l’eutanasia in tutta sicurezza e trasparenza. E manca una misura compensativa per l’allevatore conseguente alla fuoriuscita dell’animale dall’allevamento e dalla filiera alimentare. Si tratta di lacune non insormontabili e che in otto anni dalla proposta della SIVAR avrebbero potuto risparmiare sofferenza agli animali e spettacoli raccapriccianti agli italiani.

Sul documento adottato nel 2009, si era pronunciato favorevolmente anche il Ministero della Salute, anche coinvolgendo-per quanto di competenza -gli Assessorati regionali.

Eutanasia per gli animali non deambulanti (Link al documento del 2009)

Ufficio Stampa ANMVI
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