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LORDINE DI SASSARI

Sarria: i Veterinari tornino a fare anche attività clinica

Sarria: i Veterinari tornino a fare anche attività clinica
Dopo un incontro con l'Assessorato all'Agricoltura, per il Presidente dei Veterinari di Sassari, Andrea Sarria, "siamo ancora fermi ai buoni propositi".
Riportare i veterinari a fare anche l'assistenza sanitaria, restituendoli al loro ruolo clinico, e non più solo di consulenti. E' questa la direzione in cui è andato il colloquio che si è svolto nelle scorse settimane a Cagliari fra i vertici dell'Assessorato regionale e l'Ordine professionale. "Adesso- dichiara il Presidente dell'Ordine dei Veterinari di Sassari-  aspettiamo che i buoni propositi si concretizzino sia sul piano delle maggiori mansioni affidate che della loro remuneratività. Per ora siamo solo alla politica degli annunci, si aspettano ancora i fatti".

Per i tecnici dell’Aras (Associazione regionale allevatori della Sardegna), trecento tra veterinari, agronomi e analisti, la professione fa sempre il paio con l’incertezza e la precarietà, tra stipendi in ritardo, rinnovo della convenzione annuale, esclusione dalle competenze fondamentali, quelle della sanità animale. Una continua lotta con la burocrazia, che rappresenta un freno per un settore.

Al giornale La Nuova Sardegna, Sarria dichiara: «Questa associazione da 30 anni – spiega – svolge un fondamentale ruolo di affiancamento tecnico a supporto delle aziende zootecniche sarde, ma negli ultimi anni è calata l’attenzione per il loro ruolo». Il presidente dei veterinari sassaresi si chiede come sia possibile che questi professionisti oggi non abbiamo trovato ancora una stabilizzazione definitiva «nonostante la Regione finanzi la loro attività al 99 per cento e quindi di fatto consideri l’Aras come una sorta di proprio braccio tecnico attraverso l’agenzia Laore. Si era ipotizzato l’inglobamento in quest’ultima, proprio in considerazione del ruolo strategico che ricoprono, ma non si è più saputo nulla».
«La Basilicata, che non ha il nostro patrimonio zootecnico – sottolinea Sarria – ha chiesto all’Ue fondi anche per il controllo delle epizoozie, approfittando del fatto che l’Ue ha sgombrato il campo dal dubbio che possano esser considerati aiuti di Stato. La Sardegna in questo non è stata altrettanto pronta».

Spiega Lucio Sanna, veterinario Aras e coordinatore regionale delegati Flai-Cgil: «Questi lavoratori, tutti altamente specializzati e competenti, vivono una situazione paradossale: sono sottoutilizzati o relegati in un ruolo marginale e mortificati con continui ed inaccettabili ritardi nella erogazione degli stipendi. Non vengono coinvolti nella fase di elaborazione dei programmi di assistenza tecnica e dal 2015 vengono utilizzati quasi esclusivamente nell’ambito della misura sul benessere animale, in un’opera di formazione e informazione importante e che dispone di risorse dell’Ue. Ma niente lavoro sul campo: è stato inibito quello del controllo delle principali parassitosi e la profilassi delle patologie più ricorrenti (mastiti, aborti, gastroenterotossiemie), correzione di errori nutrizionali (programmi alimentari e analisi di colture e foraggi). Tutte attività che avevano favorito un netto miglioramento della qualità delle produzioni lattiero-casearie».
«Vogliamo essere fiduciosi – aggiunge Lucio Sanna – sul fatto che davvero che l’assessore aggricoltura Caria voglia dar seguito agli impegni presi. I continui e non più accettabili ritardi nell’erogazione degli stipendi sono legati imprescindibilmente al fatto che le nuove norme di bilancio rallentano il flusso dei finanziamenti che l’Aras deve ricevere dall’ente regionale, e questo è un nodo che bisogna assolutamente sciogliere. Solo così sarà possibile ottenere un contingente di tecnici professionalmente specializzati al servizio della zootecnia sarda".