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LAZIO

Antrace, istituita una task force regionale

Antrace, istituita una task force regionale
La Direzione Regionale Salute ha attivato una task-force che coinvolge INMI Spallanzani, l'IZS di Lazio e Toscana e la ASL "Roma 6".
Un comunicato congiunto dettaglia le azioni programmate per affrontare il "ritorno" del carbonchio ematico, in aggiunta alle misure già previste dell'ordinanza del comune di Grottaferrata. In particolare è stata disposta l'attivazione della sorveglianza sanitaria da parte del Servizio di Igiene Pubblica della ASL su tutti i soggetti che a vario titolo possano aver avuto contatto con gli animali infetti. Inoltre il servizio di Igiene pubblica provvederà alla valutazione ed al follow-up.
La task force della Direzione generale Salute e Politiche Sociali ha programmato anche la formazione/informazione- possibilmente integrata -per allevatori, veterinari e medici di famiglia e di Pronto Soccorso. E infine, la vaccinazione degli animali dell’azienda e delle aziende circostanti che potrebbero in futuro accedere ai pascoli, nel rispetto delle disposizioni di Polizia Veterinaria.

Un caso in un medico veterinario- Nella prima settimana di settembre sono stati segnalati due casi sospetti di carbonchio cutaneo di cui uno confermato in laboratorio. Il caso confermato si è verificato in un veterinario venuto a contatto accidentalmente con il sangue di uno degli animali morti nel focolaio, nel corso di un prelievo di campioni. Il professionista a seguito dell’insorgenza di una lesione cutanea su una mano si è recato presso l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani (INMI) dove è stato ricoverato, per il sospetto di carbonchio cutaneo poi confermato mediante indagini molecolari sulla crosta. Il paziente è stato già dimesso dall’INMI Spallanzani.

La trasmissione all’uomo è dovuta solitamente al contatto diretto con animali infetti dal Carbonchio, "così come è accaduto in questa situazione"- spiega la nota congiunta.

Il carbonchio in Italia-  Il Carbonchio ematico (C.E.) è tuttora presente sul territorio nazionale, specialmente nel Centro-Sud del Paese e sebbene i dati disponibili evidenzino una caduta nel numero dei casi anno per anno nelle diverse specie domestiche, tuttavia si assiste tuttora all'insorgenza di episodi sporadici. Nello stesso periodo i casi di carbonchio umano sono diventati rarissimi.

Il carbonchio nel territorio laziale- L’area storicamente più interessata è sempre stata quella dell’antico vulcano laziale. Da un lato le caratteristiche fisico-chimiche di questi suoli favorirebbero la persistente contaminazione dell'ambiente da parte delle spore di B. anthracis, dall’altro è noto che il territorio collinare e pianeggiante della zona è costellato da insediamenti agricoli di tradizione antica, molti dei quali risalgono all'epoca romana. E’quindi naturale pensare - si legge nel comunicato- che la zona sia stata contaminata in modo continuo e che il grado di contaminazione sia mantenuto in virtù delle caratteristiche pedo-geologiche e delle miti condizioni climatiche.

Erano 25 anni che non si verificano casi di antrace nel territorio.

Comunicato Stampa Congiunto IZSLT INMI ASL ROMA 6