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ROMA

Antrace, ordinanza e accertamenti per i veterinari Asl

Antrace, ordinanza e accertamenti per i veterinari Asl
L’emergenza antrace bovina interessa una porzione del territorio ai confini del comune di Grottaferrata dichiarata “zona infetta” con un’ordinanza del Sindaco.

Erano 25 anni che non si verificano casi di antrace nel territorio. Di qui l'attenzione della cittadinanza sul provvedimento adottato d'urgenza dall'Amministrazione comunale, che recepisce le indicazioni della Asl Rm6. "Infetta" è stata dichiarata l'area della Molara, alle pendici del monte Tuscolo, al confine con territorio comunale di Monte Compatri. L'ordinanza è stata emanata a seguito della nota con la quale il Servizio veterinario della Asl Rm6 comunicava il rinvenimento nella zona di "carbonchio ematico da bovini" derivante dalla presenza del batterio Bacillus anthracis.
Dopo le morti (circa dieci capi) registratesi a fine agosto non sono stati segnalati altri decessi di bovini.

I chiarimenti della Asl- "Ferme restanti le indicazioni contenute nell’ordinanza di interdizione dell’area emessa dal sindaco Andreotti che durerà per i prossimi 15/30 giorni e in ogni caso finché la Asl non darà indicazioni diverse, la cittadinanza non corre particolari pericoli". La precisazione è del Direttore della prevenzione Asl Rm6, Mariano Sigismondi ed è riportata in una  nota del Comune di Grottaferrata.
Dopo un vertice in regione, nella serata di lunedì scorso, il sindaco, Luciano Andreotti ha incontrato il dirigente Asl per fare il punto della situazione.
Sigismondi ha ribadito l’origine terrigena della malattia (carbonchio ematico) che avviene in seguito alla sporificazione del bacillo dell’antrace in contatto con l’ossigeno. L’area del comune di Grottaferrata dichiarata “zona infetta” sarà sottoposta nei prossimi giorni a campionatura per ulteriori esami.
Il personale della Asl Rm6 e dell'Istituto zooprofilattico sperimentale è stato sottoposto a misure di accertamento ma al momento non risulterebbero casi di contaminazione.

La malattia del carbonchio ematico non si trasmette per contatto diretto da uomo a uomo ma con il contatto con animali, parti di essi o materiali infetti. La nota dell'Amministrazione comunale spiega che, con le dovute precazioni di igiene è possibile raccogliere e consumare ortaggi e uve di campi e vigneti presenti nelle zone limitrofe all’area interdetta che, peraltro – ha precisato Sigismondi – non risulta essere abitata. In ogni caso, giacché nell’ultimo quarto di secolo non si sono verificati casi di carbonchio ematico sul territorio dei Castelli, sono stati cautelativamente allertati medici di base e ospedali sulle
modalità di manifestazione della malattia nell’uomo, curabile con trattamenti di penicillina.
Quanto agli animali domestici i proprietari di cani e gatti possono stare relativamente tranquilli - prosegue la nota- in quanto la malattia si presenta in forma localizzata così come i proprietari di suini e pollame in quanto l’incidenza del batterio è forte e letale principalmente su bovini, ovini, caprini e cavalli.

"Da prassi - spiega il dottor Mariano Sigismondi in una intervista a ilmamilio.it- siamo stati chiamati dall'allevatore quando è morto il primo capo di bestiame: lo impone la legge, come misura di prevenzione della Bse, la encefalopatia spongiforme bovina. Dopo di che sono morti altri capi ed abbiamo capito che c'era un agente patogeno in azione: nei giorni successivi, grazie anche all'interventi del personale dell'Istituto zooprofilattico sperimentale, è stata riscontrata la presenza del bacillus anthracis"."
Da quando sono in zona - continua Sigismondi - non mi è mai capitato per quanto quest'area tra il 1952 e il 1992, in relazione ad uno studio effettuato qualche tempo fa, è stata tra le più soggette a questa malattia". Lo stesso direttore spiega: "Le spore che hanno ucciso questi capi di bestiame sono quelle che sono state riportate in superficie, per qualche motivo, in questi mesi. In genere le spore si trovano in animali morti e seppelliti in terra, una pratica che da anni non è più consentita ma che è stata sempre praticata nel passato: il clima secco di questi mesi ha favorito l'emersione delle spore che poi per ingestione sono state assunte dagli animali".

Tuttavia, non è il caso di parlare di "allarme": "Questo è un esempio classico di applicazione delle misure previste da legge. Siamo abbastanza tranquilli, stiamo applicando il protocollo previsto e se non ci saranno nuovi casi potremo dichiarare cessata l'emergenza nei termini sopra descritti", conclude il direttore del Dipartimento di prevenzione della Asl Rm6.

Per venerdì pomeriggio, nell’aula consiliare del Comune è stato fissato un incontro pubblico con i cittadini di Grottaferrata nel quale i vertici e i tecnici della Asl saranno a disposizione per fornire ogni spiegazione, chiarire direttamente ogni dubbio e dare tutte le informazioni sull’evolversi della vicenda.
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Il testo dell'Ordinanza n. 6 del 1 settembre 2017