Il Masaf ribadisce in Senato la propria posizione nei confronti dell'Ente Nazionale di Cinofilia Italiano. Vigilanza limitata su un ente privato. Manca l'evidenza di problematiche.
"Non sono emerse nuove e ulteriori irregolarità o ragionevoli dubbi di maltenuta dei libri genealogici e dei registri delle razze, tali da condurre il Ministero a procedere alla nomina di un commissario per la gestione del libro genealogico". Lo ha ribadito oggi al Senato il Sottosegretario al Masaf Patrizio La Pietra, in risposta ad una interrogazione della senatrice Gisella Naturale (M5S). La ragione addotta dal rappresentante del Governo, riprende quella esposta alla Camera dal Sottosegretario Luigi D'Eramo: "da una verifica recente emerge la mancata evidenza di problematiche in atto che pongono a rischio la gestione del libro genealogico". Le procedure adottate dall'ENCI "sono state ritenute idonee alle finalità del libro genealogico".
L'atto parlamentare della Senatrice Naturale prende le mosse da un servizio della trasmissione televisiva Report e chiede conto anche di nomine all'interno dell'Ente oltre che azioni a tutela dei cani di razza.
Il Sottosegretario al Masaf ha chiarito i termini del potere di vigilanza e di intervento del Ministero. La tenuta del libro genealogico è soggetta al potere di vigilanza del Ministero dell'Agricoltura, "al quale è consentito intervenire in via sostitutiva mediante la nomina di commissari ad acta, laddove si verificano fatti o eventi che ledano o pongano in pericolo la corretta gestione del libro genealogico".
Pertanto, ha aggiunto La Pietra, ogni altra attività gestionale, ivi comprese le scelte relative all'impiego delle risorse economiche disponibili, come pure la verifica circa i requisiti dei componenti degli organi tecnici, come i giudici e i presidenti di club, esula completamente dal rapporto di diritto pubblico che intercorre con il Ministero. "Quindi, eventuali comportamenti scorretti da parte dei soci attengono alla diretta responsabilità degli stessi in forza delle autodichiarazioni sottoscritte e sono assoggettati ai meccanismi di controllo privatistici definiti dall'ENCI".
Nella sua risposta il Sottosegrario ha chiarito i limiti di intervento del Ministero sull' ENCI. "Un precedente provvedimento ministeriale di commissariamento dell'ENCI, adottato nel 2009, è stato annullato dagli organi della giurisdizione amministrativa- ha dichiarato- sulla base della natura privatistica dell'ente e sui conseguenti limiti al potere di vigilanza del MASAF. In particolare, il Consiglio di Stato, con sentenza del 2016, ha ritenuto che la nomina del commissario ad acta con il compito di sostituirsi agli organi collegiali dell'ENCI, assorbendone ogni potere di istituto, si sia risolta in un'attività provvedimentale illegittima, siccome concretizzatasi in una espropriazione di prerogative rimesse alla volontà dell'ente privato che è deputato allo svolgimento di un'attività avente valore privilegiato pubblico, ma che rimane essenzialmente privata".