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INTERROGAZIONE

Si faccia luce sulle morti di equidi nel Centro di IHP

Si faccia luce sulle morti di equidi nel Centro di IHP

Il  caso dei cavalli morti al Centro di recupero gestito da IHP (Italian Horse Protection) a Tignano (Volterra) arriva in Parlamento.

Diciannove cavalli morti in due anni. Tutti decessi che non hanno avuto una spiegazione e che sono diventati materia per una interrogazione ai ministri della Salute e dell'Ambiente. L'ha presentata l'On Patrizia Prestipino (Pd). La mancanza di certezze sulle cause delle morti non esclude infatti l'intervento doloso e le indagini rivelano la mancanza di un coordinamento scientifico.

«Abbiamo chiesto ai due ministri se non ritengano opportuno avviare un tavolo di ricerca per studiare e confrontare i dati delle analisi effettuate da diverse autorità ed enti con l'obiettivo di chiarire la causa o le cause dei decessi, così da garantire la sicurezza e il benessere degli animali ospiti del Centro – dice l'onorevole Prestipino.

La vicenda che si protrae ormai da due anni. Da dicembre 2018, l'associazione no profit IHP (Italian Horse Protection) p ha trasferito la propria sede principale da Montaione (Firenze) a Tignano dove, pochi giorni dopo il nuovo insediamento si sono verificate morti improvvise di equidi sani che si sono succedute, singolarmente o in gruppo, fino al 19 dicembre 2020 per un totale di 19 decessi.
Le autopsie, di cui le ultime tre eseguite privatamente per un disinteresse delle autorità sanitarie, sino ad ora non sono state in grado di stabilirne la causa;

I carabinieri forestali considerano l'ipotesi di avvelenamento ambientale senza escludere una componente dolosa; inoltre, indagini tossicologiche delle acque, delle piante e dei medicinali non hanno rilevato alcuna sostanza tossica sufficiente a giustificare le morti repentine degli equidi verificatesi sempre con le medesime dinamiche;

A fare luce - conclude l'interrogante- non sono serviti nè il sopralluogo dell'unità cinofila dei Carabinieri, nè le analisi dell'Istituto zooprofilattico di Pisa e dell'università di Pisa. L'interrogante conclude ricordando il mancato intervento dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat), richiesto da IHP al fine di accertare o escludere la presenza di contaminanti nei terreni in cui i cavalli sono soliti pascolare, è invece giustificabile dall'impossibilità di selezionare le sostanze su cui concentrare le ricerche stante l'assenza di indicazioni fornite dai veterinari.