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Non solo ippodromi, nell'ippica ci sono anche i veterinari

Non solo ippodromi, nell'ippica ci sono anche i veterinari
Chieste al Ministero delle Politiche Agricole, iniziative urgenti per garantire una corretta gestione dell'intero settore ippico e del personale addetto al controllo disciplinare delle corse. Il Parlamento torna a sollecitare il Ministro Nunzia De Giorolamo sulla crisi del settore ippico. I senatori Verducci, Ruta e Ferrara, ieri hanno presentato una interrogazione a risposta scritta, partedndo dai dati del comparto.

Alla data del 31 dicembre 2010 l'Agenzia per lo sviluppo del settore ippico (ASSI), già Unione nazionale incremento razze equine (UNIRE), aveva censito in Italia: 436.961 cavalli, 19.495 allevatori, 42.228 tra proprietari, allenatori, guidatori e fantini, circa 6.000 tra dipendenti di ippodromi, maniscalchi, veterinari e giudici, per un totale complessivo di circa 60.000 operatori nel settore ippico; ai suddetti dati è opportuno affiancare quelli dell'indotto economico e produttivo: circa 610.000 ettari di terra per l'allevamento e la produzione alimentare, 26 ippodromi di trotto e 18 di galoppo sia pubblici che privati.

Gli interroganti ricordano che sono stati stanziati circa 32,5 milioni di euro per coprire i debiti ex ASSI nei confronti degli ippodromi, ma anche che "la struttura del settore ippico tuttavia non è composta esclusivamente dagli ippodromi: si tratta, infatti, di una filiera complessa comprendente guidatori, allenatori, proprietari, artieri, maniscalchi, fornitori di materie prime, veterinari e, per conto dell'amministrazione pubblica, funzionari".
Le suddette categorie, esclusi ippodromi e funzionari, "sono retribuiti attraverso il Montepremi, che non rientra nei succitati 32, 5 milioni di euro".

Il controllo delle corse spetta al "giudice ippico", il quale dal 2008 è stato inquadrato giuridicamente dall'UNIRE come "funzionario onorario", essendo l'ente impossibilitato a concedere ulteriori proroghe dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa in essere, un inquadramento giuridico, qualificata dal carattere residuale  e dalla temporaneità dell'incarico,  è "del tutto inidonea ad assolvere la funzione". I Senatori interroganti chiedono di intervenire sulla figura del giudice ippico, perno del controllo disciplinare delle corse e delle liquidazioni dei corrispettivi.

Nonostante il regolamento di gestione preveda tuttora che il compenso e le spese sostenute dagli addetti alla vigilanza corse debbano essere liquidate entro il mese successivo a quello del servizio reso, gli interroganti fanno presente che "gli addetti alla vigilanza, pur avendo svolto regolarmente l'attività professionale e presentato la documentazione dovuta, non hanno ad oggi ricevuto dal Ministero il corrispettivo spettante, per quanto riguarda i mesi di novembre e dicembre 2012 e febbraio, marzo, aprile e maggio 2013". Il il protrarsi dei ritardi nella liquidazione dei corrispettivi arretrati, " è fortemente penalizzante per tutti quegli operatori e relative famiglie che compongono la galassia della filiera ippica".

La mancanza di un serio ed efficace controllo disciplinare "provocherebbe inevitabilmente una diminuzione del volume delle scommesse, nonché ulteriori effetti negativi sull'intero comparto ippico, già cosi gravemente in crisi".
Gli interroganti rilevano anche che "già diversi grandi ippodromi italiani sono stati costretti alla chiusura con gravi ed inevitabili ripercussioni sia sul personale sia sui cavalli che sono stati spostati in altre strutture".