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RIFORMA 281

Le sanzioni penalizzerebbero il possesso responsabile

Le sanzioni penalizzerebbero il possesso responsabile
Anche la X Commissione (Attività produttive, commercio e turismo) è pronta a dare il suo parere sulla riforma della 281.
Esaminato il testo unificato sulle «Nuove norme in materia di animali d'affezione, di prevenzione e controllo del randagismo e di tutela dell'incolumità pubblica", la X Commissione ha espresso alcune perplessità sul sistema sanzionatorio previsto dall'articolo 35. In particolare, l'On Alberto Torazzi "giudica eccessivamente severe le sanzioni amministrative pecuniarie previste per la violazione degli obblighi e dei divieti regolamentati dall'articolato che per determinate fattispecie possono arrivare anche alla cifra di 5.000 e che potrebbero riguardare anche le attività svolte da chi detiene animali da affezione in situazioni particolari, ad esempio in fattorie o masserizie".

Condividendo la finalità generale del provvedimento, la Commissione si appresta ad approvare un parere che suggerisce alla Commissione referente, la XII Commissione Affari Sociali, di "ridimensionare le sanzioni a carico dei detentori di animali di affezione in modo tale che esse non costituiscano – diversamente da quanto la legge si prefigge – uno strumento di dissuasione dalle responsabilità relative alla cura e al possesso di essi, in particolare in situazioni ambientali che non consentono il controllo immediato degli animali stessi (quali ad esempio casali o fattorie di campagna e similari)".

Alcune sanzioni previste dal Testo Unificato per violazione dei Doveri e compiti del responsabile di animali d'affezione, dispongono- ad esempio- fino a 600 euro di multa se il proprietario di un cane o di un gatto non provvede a far identificare l'animale e a farlo registrare nell'anagrafe degli animali d'affezione entro il secondo mese di vita; 500 euro di sanzione, invece, per il proprietario che si rifiutasse di far inoculare il microchip; la sanzione può arrivare fino a 5000 euro se il proprietario viene meno all'obbligo di controllare l'attività riproduttiva dell'animale d'affezione, preferibilmente attraverso la sterilizzazione chirurgica e se- qualora non si proceda alla sterilizzazione chirurgica – non garantisca il benessere dei riproduttori e delle cucciolate, nonché farsi carico della loro adozione consapevole.

Nella proposta di parere si suggerisce anche di definire strumenti ulteriori a tutela degli animali oggetto di scambi e/o cessioni ad uso gratuito effettuate tramite Internet.