Il Tribunale ha ammesso la costituzione come parte offesa dell'Azienda sanitaria provinciale, ma ha respinto quella del dirigente veterinario C.V. che, con le sue denunce, diede il via all'inchiesta nel 2011. Gli eventuali reati commessi dagli imputati, non avrebbero comunque danneggiato C.V. ma l'Ufficio.
Dunque, C.V. non ha titolo a ritenersi parte lesa, come hanno sostenuto gli avvocati del principale imputato, ovvero l'ex direttore del Dipartimento di prevenzione veterinario dell'Asp di Palermo, nonché ex presidente dell'Ordine dei medici veterinari.
L'Associazione Libera è stata ammessa parte civile per il reato di intestazione fittizia che ha portato al sequestro di alcuni beni di Giambruno. Il sequestro fu emesso dalla sezione misure di prevenzione. All'imputato vengono contestati i reati di intestazione fittizia di beni, concussione, tentata induzione indebita a dare o promettere utilità, falso e abuso d'ufficio.
L'intestazione fittizia riguarderebbe gli interessi societari che l'ex direttore avrebbe avuto con un imprenditore di Carini già condannato per mafia che in questa maniera avrebbe cercato di eludere le disposizioni in materia di prevenzione patrimoniale.
Sotto processo ci sono altre 23 persone fra funzionari e dirigenti del dipartimento veterinario, allevatori e amministratori di aziende. Da indagini ed intercettazioni sarebbe emerso un giro di favori nei confronti di alcuni commercianti sottoposti a controlli sanitari. (fonte: livesicilia.it)
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