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USA e Messico: fisco in tilt per la tassa sul pet food

USA e Messico: fisco in tilt per la tassa sul pet food
In tilt il fisco statunitense e quello messicano, sommersi dai ricorsi. La tassa sul cibo per animali da compagnia preoccupa gli economisti.

Nuovi venti di crisi si preannunciano in arrivo da Washington e da Città del Messico. C'è preoccupazione persino a Bruxelles dopo i primi rovesci manifestatisi in Borsa. Gli economisti dei maggiori centri studio e delle università più prestigiose sono a lavoro da settimane per definirne gli esiti potenziali.

Il caso messicano è emblematico. Disoccupazione elevata, economia sommersa inestimabile, sviluppo industriale fermo al palo, futuro per i giovani non riscontrabile e condizione per anziani e pensionati di difficile sintesi. Ebbene, in questo scenario l'arrivo a inizio anno d'una tassa sul cibo per animali domestici con una aliquota del 16per cento ha sollevato un vera ondata di malessere nazionale. Il perché è facilmente intuibile. In Messico, infatti, metà delle famiglie possiedono un cane o un gatto, e comunque un animale domestico. Questo dato implica che dalla tassa, su di un prodotto peraltro in crescita, è atteso un gettito nient'affatto trascurabile. Da qui le proteste di molti che, per esempio, indicano una stretta antievasione e una politica di sicurezza più incisiva come norme sostitutive della tax pet food. Così il Governo ha deciso di prendere tempo in merito alla completa applicazione della nuova tassa.

Usa, l'altro versante della tax pet food – Negli States il dibattito, anzi, lo scontro è diverso se non opposto rispetto al vicino Messico. Tanto per cominciare nessuno chiede al Governo di incentivare la lotta all'evasione o di rafforzare la sicurezza. Il nodo della tassazione del cibo per animali domestici è costituito dalla difficile interpretazione da parte di operatori e clienti del senso stretto della norma. In crisi sembra essere l'infrastruttura normativa. Infatti, molti si chiedono cos'è il pet food. Non esiste una definizione dai contorni normativi specifici e dirimenti. Così accade che per tenere ratti e topi lontani da un'area giochi per bimbi, i proprietari decidano di attirare decine di gatti disperdendo cibo specifico per gatti. L'idea ha successo, ma il buon esito impone ai gestori l'acquisto continuo di cibo per gatti. E così arriva anche la missiva del fisco che chiede la restituzione della tassa "evasa". Peraltro, puntualmente versata subito dopo la riczione della lettera dell'Irs. Ma i casi sono diversi. Per esempio, gli imprenditori, al contempo produttori di cibo per scuole, mense, feste e zoo una volta raggiunti dalla lettera del fisco hanno deciso di aprire una procedura presso il Comitato della California a tutela dell'equità. Si tratta di una istituzione con gli stessi poteri d'una Corte ma su temi specifici. Il verdetto finale ha ritenuto non applicabile nella sua ampiezza la tassa. E' infatti impensabile, hanno ritenuto i giudici, che lo stesso cibo distribuito a scuole, feste, ricorrenze, happening e mense fosse tax free, mentre se consumato dagli animali dello zoo dovesse essere soggetto a tassazione. Il risultato della mediazione ha condotto a un escamotage normativo. In pratica, l'ammontare della pet food tax pagata sarà portato in deduzione. Una novità questa che già vede a lavoro negli Usa fior di avvocati e di esperti di diritto con l'obiettivo di modificare la norma prima che il caos conduca il sistema, per singolo Stato o contea, ad un puzzle ingovernabile di soluzioni temporanee ma non definitive. (fonte)

Tax pet food? Even Amazon can't define it?
La protesta in Messico (video)