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FVE E EPRUMA

Colistina, un altro no all'ipotesi di un divieto assoluto

Colistina, un altro no all'ipotesi di un divieto assoluto
Un bando totale della colistina ad uso veterinario avrebbe conseguenze negative sul benessere degli animali. Lo ribadiscono FVE e EPRUMA spiegando perchè.


Con una dichiarazione congiunta FVE e EPRUMA, piattaforma europea sull'uso responsabile dei medicinali veterinari, dichiarano necessaria la colistina per la salute e il benessere degli animali. Un divieto assoluto sarebbe di nocumento al benessere animale, tanto che- ricordano le due sigle- la stessa EMA ha escluso la colistina dall'elenco degli antimicrobici riservati all'uso esclusivo nell'uomo.

Il documento pubblicato oggi ricorda che il rgolamento europeo 2019/6 consente agli  Stati membri di limitare o vietare l'uso di determinati antimicrobici, in linea con la politica nazionale di uso prudente. Tuttavia, "gli attuali pareri scientifici non raccomandano il divieto dell'uso della colistina negli animali". Anzi, la FVE ne diffonde i vantaggi nella terapia animale. 

La colistina è impiegata principalmente per combattere le colibacillosi, patologie provocate da batteri come la Pseudomonas aeruginosaKlebsiella pneumonia Acinetobacter resistenti ad alcuni tipi di antibiotici che si manifestano in animali giovani, suini, ovini, pollame. La somministrazione della Colistina è limitato al trattamento di 7 giorni e avviene soltanto dopo un test di sensibilità da parte del veterinario.

Le indicazioni terapeutiche raccomandano l'uso della colistina solo in caso non siano disponibili altre alternative. Tuttavia il documento informa che i trattamenti alternativi sono molto limitati e dipendono dal corso di trattamento, alcune alternative hanno effetti peggiori della colistina perché sono meno efficaci e/o con maggiore possibilità di effetti collaterali.

D'altra parte,  in molti Stati membri sono già in atto misure per ridurre l'uso di polimixina e di colistina negli animali. Anche i rapporto ESVAC registra una diminuzione del 76% delle vendite di queste sostanze, a dimostrare l'insussistenza di un provvedimento di messa al bando assoluto.