• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31280

Piano AMR: "troppo blando" in veterinaria e zootecnia

Piano AMR: "troppo blando" in veterinaria e zootecnia
Il Piano del ministero della Salute è prossimo all'intesa in Conferenza Stato Regioni. Dall'Unione Studenti all'Arci, le critiche di 20 associazioni.
Il documento "manca totalmente gli obiettivi sulla riduzione del consumo di antibiotici in zootecnia". E' quanto ritengono Legambiente, Ciwf Italia, Aiab, Altroconsumo, Arci, Cgil, Cittadinanzattiva, Comuni virtuosi, FederBio, Federazione italiana media ambientali, Fondazione culturale responsabilità etica, Fondazione sviluppo sostenibile, Fondazione Univerde, Greenpeace Italia, Lipu, Marevivo, Movimento difesa del cittadino, Slow Food Italia, Unione degli studenti, Wwf Italia.

"L'Italia -dicono le venti sigle- "ha bisogno di target più ambiziosi per tutelare la salute dei cittadini", ma il ministero della Salute "ha redatto una bozza di piano con obiettivi troppo blandi in campo veterinario che non affrontano il problema con l'incisività necessaria considerata la gravità della situazione italiana".

Già a giugno scorso le oltre 20 associazioni hanno scritto al ministro Beatrice Lorenzin, esprimendo preoccupazione sull'argomento e sollecitando un confronto. Ma non hanno ricevuto risposta e ribadiscono ora la loro richiesta, scrivendo al presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Stefano Bonaccini, a cui il ministero della Salute ha trasmesso la bozza di Piano nazionale di contrasto
dell'antimicrobico resistenza (Pncar). Oltre alla richiesta di consultazione sul testo, le associazioni sottopongono a Bonaccini osservazioni e soluzioni migliorative al piano.

Il tutto "affinché il testo finale adottato - scrivono - consenta, in tempi brevi, di superare ritardi e modelli di gestione che hanno portato l'Italia ad essere tra i Paesi europei più esposti a questa gravissima minaccia". L'ultimo report Esvac, ad esempio, mostra che la vendita di antibiotici in Italia è stata enorme nel 2014, corrispondente a 359,98 mg/kg pf Pcu. La media Ue nel 2014 era di 152,9 mg/kg (pp. 26 e 29), meno della metà.
Sulla base di tali dati, il target di riduzione del 30% in ambito veterinario proposto dalla bozza di piano rischia, soprattutto, di non affrontare la minaccia in modo tempestivo e significativo, sostengono
le associazioni. "Inoltre, per quanto noto, non esistono ad oggi dati sul consumo in ambito veterinario. Il piano deve quindi spiegare quali dati di consumo, raccolti da chi e con quale metodo, utilizza
relativamente all'anno 2016 per stabilire la riduzione del consumo prevista al 2020. Ipotizzando un consumo simile a quello sulle vendite dell'anno 2014 la riduzione del 30% entro il 2020 significherebbe, a
quella data, un consumo di 251,98 mg/kg, quindi ancora eccezionalmente elevato, quasi il doppio della media europea nell'anno 2014".

"Raggiungere la riduzione del 70% in Italia è certamente possibile, considerando quanto sono elevati gli attuali livelli di consumo e sapendo che, ad esempio, l'uso di antibiotici in Svezia è già oggi di
soli 11,5 mg/kg. In Olanda, dove sono presenti grandi allevamenti intensivi di maiali e vitelli, è stato stabilito un target di riduzione dell'uso pari al 50% fra il 2009 e il 2013, e del 70% fra il
2009 e il 2015". Le associazioni chiedono inoltre che siano monitorate le resistenze nei conigli, considerato l'ampissimo uso di antibiotici in questa filiera, e che l'Mrsa sia aggiunto ai patogeni da
monitorare. E ancora: "Il piano deve prevedere che qualsivoglia uso preventivo di antibiotici di importanza critica sia assolutamente vietato. Gli antibiotici di importanza critica dovrebbero essere
utilizzati solo su singoli animali in cui sia stata testata l'inefficacia di altri antibiotici". (AdnKronos Salute)

Fake news sugli antibiotici veterinari in allevamento