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LIBERALIZZAZIONI

Farmaci veterinari: persa quota di mercato del 17%

Farmaci veterinari: persa quota di mercato del 17%
Promofarma, la società di servizi di Federfarma, ha fatto il punto sugli effetti economici delle liberalizzazioni.
Prime stime delle liberalizzazioni. Al convegno organizzato sabato pomeriggio da Promofarma, la società di servizi di Federfarma, si è fatto il punto sugli effetti economici delle liberalizzazioni.
Sergio Liberatore, amministratore delegato di Ims Health, ha offerto alcune proiezioni sulle ricadute del recente delisting Aifa di 220 confezioni di fascia C: «Ipotizzando per questi prodotti gli stessi trend registrati per Sop e Otc dopo la prima lenzuolata Bersani» ha detto «la quota di fatturato che uscirebbe dalla farmacia ammonta a circa 164 milioni di euro, il 5% del mercato di fascia C». Sui veterinari, invece, la quota di mercato che dovrebbe uscire dalla farmacia si assesta attorno al 17%.

Per le farmacie, che escono da un biennio in cui la loro redditività sulle vendite è calata di due punti percentuali, la perdita di fatturato legata alle liberalizzazioni sarà soprattutto il risultato della loro capacità di reagire: «I titolari» ha detto Giampietro Brunello, amministratore delegato della Sose, società per gli studi di settore «dovranno agire sui costi, sui margini e sui fatturati, ma senza intaccare la dimensione professionale della loro azienda».
Ma per competere, le farmacie avranno anche bisogno di dati di mercato. Per analizzare i trend, confrontare le performance, confrontare le prospettive. «Finora questi dati arrivano dal flusso ex articolo 50» ha detto Gianni Petrosillo, amministratore delegato di Promofarma «ora con la ricetta digitale c'è il rischio di perderli». Di qui il progetto Zenith, iniziativa congiunta Promofarma-Ims Health per l'istituzione di una rete di farmacie (seimila quest'anno e novemila il prossimo gli obiettivi) grazie alle quali monitorare il mercato complessivo del canale.

Le farmacie che spunteranno dal nuovo quorum dovrebbero essere circa tremila, anche meno vista la tendenza di molti comuni a rinunciare ai resti. E circa 500 potrebbero i presidi "soprannumerari" ubicati in stazioni, centri commerciali e via di seguito. La stima arriva da Cosmofarma e offre un primo elemento di riflessione in attesa dei dati ufficiali sulle richieste dei sindaci, che stanno arrivando alle Regioni con estrema lentezza. (Farmacista33)