Dal 30 marzo 2019, il Regno Unito sarà considerato un "paese terzo" con conseguente impatto sui medicinali veterinari. La Brexit riguarda in particolare le farmaceutiche con sede nel Regno Unito titolari di autorizzazione all'immissione in commercio di prodotti veterinari con procedura centralizzata. Per la gestione della transizione, l'EMA ha creato un gruppo di lavoro dedicato ai medicinali veterinari e ha anche approvato una metodologia per affrontare il processo di riallocazione, valutazione e monitoraggio dei medicinali.
La rete regolatoria Ue punta a fare in modo che le aziende siano in grado di prendere le misure necessarie per assicurare l'ininterrotta fornitura dei loro farmaci.
In questa fase, spiega l'Agenzia, "il Regno Unito partecipa pienamente alle attività di Ema: continua a partecipare a tutte le riunioni formali e conserva i suoi diritti di parola e di voto".
Via da Londra- Del trasferimento dell'EMA dal Regno Unito ad altro Paese UE si discute oggi a Lussemburgo. Il Consiglio degli Affari europeo stabilirà i criteri con cui verrà scelta la destinazione dell'Agenzia, criteri che poi dovrebbero essere approvati dal Consiglio europeo, in settimana. Fra i Paesi che si sono candidati a ospitare l'Agenzia europea del farmaco Ema c'è anche l'Italia, con Milano.
Brexit: conseguenze anche sui medicinali veterinari
EMA working group on operational preparedness for veterinary medicines
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