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CONFERENZA DI BRUXELLES

Pets nella UE, Marabelli: anagrafe unica e compatibile

Pets nella UE, Marabelli: anagrafe unica e compatibile
Una legislazione comunitaria sugli animali da compagnia è possibile solo con lo sforzo unitario di tutti i Paesi Membri. E' intervenuto anche il Capo Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria, Romano Marabelli, ieri alla prima conferenza europea dedicata agli animali da compagnia.

Come già evidenziato dal Direttore Generale Gaetana Ferri nella sua relazione del mattino, le priorità che l'Unione Europea deve darsi riguardano l'identificazione e la registrazione anagrafica degli animali da compagnia, per garantire la tracciabilità e la rintracciabilità nel territorio comunitario, siano essi al seguito del proprietario o siano oggetto di transazioni commerciali.

Marabelli ha ribadito l'esigenza di una anagrafe "centralizzata e compatibile", sottolineando come gli animali da compagnia siano sintomatici di una fase epocale di passaggio dell'essenza stessa dell'Unione Europea che, nata sulla base di presupposti commerciali come Mercato Unico Europeo, oggi evolve in un soggetto istituzionale più ampio. Analogamente le sensibilità dei cittadini europei che convivono con milioni di animali da compagnia premono affinchè la legislazione comunitaria non sia solo collegata alle vicende economico-commerciali dell'Unione e degli Stati Membri.
"Siamo in una fase di passaggio che vede l'animale da compagnia non più solo come merce" ha dichiarato Marabelli a fronte di una legislazione comunitaria concentrata sugli aspetti commerciali, benchè in procinto di evolvere in una nuova Animal Health Law che non trascura gli animali da compagnia.

Tuttavia, i presupposti economico-produttivi del comparto pets  sono rilevanti e sono stati ampiamente evidenziati da rappresentanti della FCI (federazione cinologica internazionale), FEDIAF (aziende europee del pet food) e IFAH (aziende famaceutiche) tutti tesi a sottolineare l'attenzione etica alla tutela animale, attraverso un rigoroso corpus normativo europeo e attraverso la responsabilizzazione degli addetti ai lavori e degli stessi proprietari.

Emergono aspetti etici, ha evidenziato il Capo Dipartimento, per i quali è però  necessario un distinguo da quelli che coinvolgono l'animale d'allevamento- soggetto quest'ultimo già a pieno titolo nella legislazione sanitaria e commerciale dell'Unione- anche con un occhio di riguardo agli aspetti giuridici che scaturiscono dall'innalzamento morale dell'animale d'affezione.

La definizione di essere 'senziente' è stato più volte ribadito non è giuridica ma morale. Il Trattato di Lisbona, più volte invocato dalla conferenza di Bruxelles, non costituisce di per sè un presupposto giuridico per richiedere alla Commissione Europea uno sforzo regolatorio specifico.