La FVE rende note le conclusioni della conferenza europea sugli animali esotici. Proposta una positive list.
A Bruxelles, in occasione del World Animal Day, del 4 ottobre scorso, la FVE ha organizzato una
conferenza dal tema "
Import & keeping of exotic animals in EU: existing concerns and risks - current challenges to meet". Scopo dell'iniziativa era di fare il punto sulle modalità di ingresso degli animali esotici nel mercato europeo e nei Paesi membri, focalizzare i rischi per la salute e il benessere animale e valutare il loro impatto sulla salute pubblica, individuare aspetti critici e soluzioni possibili.
Il Presidente della FVE, Christophe Buhot, ha sottolineato l'attenzione della veterinaria europea al problema e l'esigenza di trovare un punto di equilibrio fra i rischi e i benefici associati alla detenzione di animali esotici, esprimendosi a favore di una lista positiva di animali ammessi alla detenzione.
Nel documento diffuso ieri (Draft Conclusions) la FVE mette al primi posto le definizioni delle diverse categorie di animali – domestiche, selvatiche allevate, selvatiche in cattività – per una elencazione che completi la lista CITES e favorisca l'individuazione di requisiti di possesso e di responsabilità da parte dei proprietari/detentori.
La FVE richiede una legislazione armonizzata sulla proprietà e sull'importazione, rafforzata da controlli transfrontalieri, in stretta collaborazione con la CITES e le dogane.
Un'etichettatura europea potrebbe incoraggiare le buone prassi nei petshop, negli allevamenti e negli zoo, introducendo anche sanzioni uniformi a dissuasione del traffico illegale, con pene raddoppiate in caso di decesso degli animali. E ancora:
-Tracciabilità, identificazione e registrazione in un data base centralizzato;
-Fornire informazioni sull'allevamento delle diverse specie e sugli standard minimi; realizzazione di campagne per informare l'opinione pubblica sui rischi per la salute e per l'ambiente, in particolare al rientro da vacanze con animali prelevati dai territori visitati;
-Introdurre un certificato di proprietà obbligatorio per alcune specie animali, da conseguire al superamento di un esame ufficiale comprovante la preparazione a detenere l'animale;
-Contenere o limitare severamente la libera circolazione di alcune specie, in deroga al Trattato di Roma;
-Realizzare piani di prevenzione del traffico illegale nei Paesi di origine, agendo sulle economie e sull'informazione locali;
-Collaborazione fra le autorità nazionali competenti, anche introducendo permessi di ingresso e condurre studi e verifiche prima di accordare l'autorizzazione all'ingresso di nuove specie, per individuare potenziali rischi all'eco-sistema locale;
La formazione e l'aggiornamento – conclude il documento- sono alla base di ogni strategia di prevenzione, non solo rivolgendosi agli addetti ai lavori ma anche ai cittadini e ai proprietari affiche siano consapevoli delle loro responsabilità di detentori di animali esotici; anche il personale e gli addetti alla sicurezza delle dogane dovrebbero ricevere una formazione adeguata per una gestione sicura degli animali, a tutela delle persone e degli animali stessi.
Vai alle presentazioni della Conferenza del 4 ottobreFVE_DRAFT_CONCLUSIONS.pdf73.87 KB