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DEROGA SUGLI AIUTI DI STATO

PSA, allo studio indennizzi anche per i danni indiretti

PSA, allo studio indennizzi anche per i danni indiretti
Per aumentare gli indennizzi agli allevatori di maiali colpiti dalla peste suina spunta l'ipotesi di chiedere alla Ue una deroga agli aiuti di Stato. Il dossier è sul tavolo del Ministro Lollobrigida.

L'Assessore all'Agricoltura della Lombardia Alessandro Beduschi ha discusso con il Ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida l'ipotesi di chiedere alla Commissione Europea una deroga ai vincoli sugli aiuti di Stato. Lo riferisce lo stesso Beduschi al Sole 24 Ore.
L'Assessore si richiama al precedente dell'Olanda:  "Ho preso spunto da quanto ha fatto recentemente l'Olanda, che ha ottenuto il sì della Commissione europea alla deroga agli aiuti di stato per indennizzare gli allevatori coinvolti dal piano nazionale di riduzione della zootecnia". Secondo quanto riporta l'assessore lombardo  la proposta è già allo studio della struttura tecnica del Masaf. Una ipotesi è di utilizzare una parte dei fondi europei dei Psr, i Programmi di sviluppo rurale.

I danni indiretti della PSA- Gli allevatori lombardi si confrontano non solo con gli abbattimenti, per i quali ricevono indennizzi, ma anche con ripercussioni indirette. Le spiega il Vicepresidente di Coldiretti Lombardia, Alberto Cavagnini: se i focolai accertati sono 24, gli allevamenti coinvolti dalle restrizioni sono centinaia, "in Italia - dichiara Cavagnini- parliamo ormai di oltre 22.000 m² coinvolti". Le ripercussioni vanno dal divieto di movimentazione degli animali alla svalutazione delle carni.
Ad oggi nessun risarcimento previsto per chi subisce danni indiretti per esempio chi gestisce un allevamento di suini da riproduzione all'interno di una zona soggetta di restrizione oggi non può consegnare suinetti mentre chi è costretto a fare ingrassare troppo i maiali perché non può spostarli va incontro a loro deprezzamento per gli allevatori i danni diretti sono solo un decimo di quelli indiretti eppure questi ultimi non vengono rimborsati.
L''industria dei salumi- ha dichiarato il presidente dell'Assica, Lorenzo Beretta - è messo a dura prova dalla peste suina e dall'aumento dei costi di produzione. Servono urgentemente risorse straordinarie: la prima è un'adeguata dotazione finanziaria per il commissario straordinario, la seconda è un credito di imposta a supporto degli investimenti fatti per l'export"- afferma.

Conversione degli allevamenti
- In Lombardia, dove si alleva il 50% della produzione suinicola, si fa strada il timore che nei prossimi anni nessuno vorrà investire in nuove stalle di suini: "Potremmo allora sbloccare una parte di questi fondi e assegnarli a chi vuole riconvertire gli allevamenti, per esempio passando ai bovini»- dichiara Beduschi.

Gli indennizi per abbattimenti- Dal gennaio del 2022, quando è stato ritrovato in Italia il primo caso di cinghiale infetto, ad oggi, in Lombardia ci sono stati 18 focolai: 13 nel Pavese, due nel Milanese e 3 nel Lodigiano, dove si sono registrati i casi degli ultimi giorni. «Finora - ricorda l'assessore Beduschi - sono stati abbattuti circa 51mila animali e la stessa sorte, per il momento, è
prevista per altri 15mila maiali».Quanto ai ristori diretti, percepiti dagli allevatori costretti ad abbattere i maiali malati, mediamente arrivano a destinazione nel giro di qualche mese ma possono essere deciso solo a livello nazionale. Le Regioni fanno esclusivamente da distributore: «A livello regionale - spiega Beduschi - non abbiamo la facoltà di aumentarli, dobbiamo rendicontare tutto a Roma. Nel bilancio delle Regioni non sono previsti capitoli per gli incentivi indiretti, nè per i ristori da danni catastrofali».
In Italia sono già stati abbattuti 50.000 maiali e dopo la positività di venerdì scorso in un allevamento lodigiano (località Marudo) altri 1500 capi dovranno essere abbattuti.

Stop ai mutui e rischio di speculazioni - Anche Coldiretti ha chiesto al Commissario alla PSA Giovanni Filippini un ampliamento degli indennizzi. "Dobbiamo tenere in considerazione il tema del fermo aziendale che riguarderà gli allevamenti che non potranno nemmeno ripopolare -  ha detto il presidente Ettore Prandini- serve uno stop ai mutui e ai contributi per le aziende colpite e infine ci dovrà essere un monitoraggio sui prezzi suini pagati agli allevatori per evitare che ci siano grandi speculazioni".

I costi della PSA- L'economia della filiera genera circa 20 miliardi di euro all'anno e 100.000 posti di lavoro; la trasformazione delle carni suine in salumi fattura 9,5 miliardi ogni anno. In Italia vengono allevati circa 10 milioni di maiali. Secondo assica le restrizioni all'export imposte dalle normative per il contenimento della peste suina hanno fatto perdere all'Italia tra i 20 e i 30 milioni di euro al mese dato che la malattia è arrivata nel nostro paese a gennaio 2022 è stato accumulato mezzo miliardo di danni.