Un documento Inail presenta buone pratiche per i lavoratori del settore veterinario con riferimento ai processi di controllo nelle importazioni e negli scambi intracomunitari.
I rischi da interferenza, le criticità e la formazione.I medici veterinari, così come gli operatori coinvolti nelle attività di movimentazione, si trovano spesso a diretto contatto con animali vivi, con prodotti di origine animale e non animale, e anche con alimenti di origine non animale destinati all’alimentazione animale. E per questi operatori - con particolare riferimento al personale sanitario che opera nell’ambito dell’attività veterinaria pubblica presso gli Uffici periferici del Ministero della Salute UVAC (Uffici Veterinari per gli Adempimenti Comunitari) e PCF (Posti Controllo Frontalieri) - la gestione dei rischi risulta “alquanto complessa ancor di più se si considera che gli operatori svolgono la loro attività in ambienti molto diversi tra loro, come porti, aeroporti, stabulari, strade e autostrade, in condizioni ambientali molto differenti e non sempre favorevoli, utilizzando attrezzature molto diversificate tra di loro e a contatto con personale che non di rado dipende da altre autorità”.
Il lavoro è il risultato di un progetto di prevenzione presentato dal Dipartimento di Veterinaria e produzioni animali dell’ Università degli Studi di Napoli “Federico II” e realizzato in collaborazione con la Direzione Regionale Inail Campania e gli Uffici del Ministero della Salute UVAC e PCF. (fonte)