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IL PARERE DEL CNR-IZSVE

Rabbia in Ucraina, circolazione diffusa, spillover frequenti

Rabbia in Ucraina, circolazione diffusa, spillover frequenti
In Ucraina circolazione diffusa nel serbatoio selvatico e spillover nei carnivori. Lo afferma il Centro Nazionale di Referenza della Rabbia. Dgsaf: dai Paesi confinanti scarse garanzie di immunizzazione.

Per la definzione delle misure definite con l'odierna circolare,  la Direzione generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari si è rivolta al Centro Nazionale di Referenza della Rabbia, con l'obiettivo di "prevenire e controllare eventuali rischi per la salute sia per gli stessi profughi che per gli animali al seguito e le altre persone presenti sul territorio nazionale".

Il parere del CNR- In Ucraina, il CNR parla di "una circolazione diffusa dell’infezione nel serbatoio selvatico con frequenti episodi di spillover nei carnivori domestici" nel territorio ucraino. Pertanto l'Italia accelera sulle procedure di regolarizzazione dei pets in entrata, coinvolgendo i Veterinari liberi professionisti, ammettendo la quarantena presso il domicilio del proprietario e vietando l'ingressi di randagi.
Gli animali domestici provenienti dall’Ucraina "devono essere pertanto considerati potenzialmente esposti ad infezione rabida nel territorio di origine"- dichiara il CNR che fornisce una serie di raccomandazioni operative per tutti gli animali da compagnia al seguito di proprietari provenienti dall'Ucraina.

Osservazione presso il domicilio- Per ridurre i disagi dei cittadini ucraini in ingresso in Italia, la Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari- facendo proprie le raccomandazioni operative del CNR- ha ammesso la possibilità di attuare il periodo di osservazione presso il domicilio del proprietario. ha inoltre invitato i Servizi Veterinari a dare seguito alla disponibilità segnalata dall'ANMVI circa il coinvolgimento dei Veterinari liberi professionisti.

Garanzie parziali di immunizzazione- Le Autorità dei paesi confinanti con l’Ucraina (Polonia, Ungheria, Slovacchia, Romania) stanno procedendo a controllare tutti i cani e gatti in entrata nella Unione Europea e a effettuare la vaccinazione di quelli che ne risultano sprovvisti, ma  "senza fornire però totali garanzie della immunizzazione di tutti gli animali in ingresso"- scrive il Ministero della Salute.

La posizione della Commissione europea - Nel corso dei recenti incontri avuti con gli Stati membri, la Commissione Europea ha fatto presente che -stante l’attuale situazione di grosso disagio per i rifugiati-  di non prevedere  per il momento che nei punti di ingresso sul territorio della UE venga effettuata nei confronti di questi animali la quarantena o il campionamento per la ricerca degli anticorpi da effettuarsi al contrario a destino. Quindi in Italia per i pets al seguito di proprietari rifugiati nel territorio nazionale.

La rabbia in Ucraina- Nel 2021, l’Ucraina ha notificato al Rabies Bulletin Europe 132 casi nei mammiferi selvatici (di cui 121 nella volpe rossa) e 265 casi negli animali domestici (di cui 109 nei cani e 130 nei gatti). La distribuzione dei casi è omogenea su tutto il territorio, lasciando pertanto ipotizzare "una circolazione diffusa dell’infezione nel serbatoio selvatico con frequenti episodi di spillover nei carnivori domestici".
Più recentemente, il report ECDC Operational public health considerations for the prevention and control of infectious diseases in the context of Russia’s aggression towards Ukraine, pubblicato online l’8 Marzo  ha sottolineato la preoccupante situazione epidemiologica relativa alla rabbia in Ucraina.

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