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CONCORRENZA

Latte bovino alla stalla, Antitrust boccia il prezzo fisso

Latte bovino alla stalla, Antitrust boccia il prezzo fisso
Richiesto dalla Regione Puglia, il parere del Garante della Concorrenza è contrario: da riformulare l'intesa fra l'assessorato e la filiera del latte bovino.

L'Antitrust ha risposto alla Regione Puglia che chiedeva un parere in merito alla sottoscrizione di un “Protocollo di intesa sulla determinazione del prezzo del latte bovino alla stalla”. Le parti del Protocollo sono l'Assessorato regionale all’Agricoltura e diverse organizzazioni rappresentanti degli allevatori e delle imprese di trasformazione di latte bovino. L'Autorità Garante della Concorrenza ha invitato la Regione ad una riformulazione dell'intesa per escludere "ingiustificate restrizioni della concorrenza".

Nulla da obiettare a un accordo quadro che disciplini le relazioni di  fornitura tra produttori di latte crudo e trasformatori, tutelando la parte contrattuale più debole con obiettivi di valorizzazione delle produzioni locali, anche mediante un sistema premiale della qualità del latte crudo. Ciò che l'Antitrust ritiene "del tutto incompatibile" con la tutela della concorrenza è "la fissazione di un prezzo di vendita da applicare in modo uniforme alla generalità dei contraenti", siano produttori o trasformatori industriali. Si tratta di una clausola (presente nella bozza di Protocollo sottoposta all'Agcm dalla Regione Puglia) che rappresenta una
intesa di prezzo, un tipo di restrizione alla concorrenza considerato hard core, cioè senza nessuna possibilità di deroga.

L’Autorità suggerisce altri strumenti di tutela del comparto agricolo come "il virtuoso processo di concentrazione degli allevatori". Nella concentrazione dell’offerta e nell’incremento del potere negoziale della parte agricola potrebbero svolgere un ruolo "fondamentale" sia le Organizzazioni di Produttori che le Organizzazioni Interprofessionali riconosciute.