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LA REPLICA

Latte dall'estero: c'è lo scoop ma non c'è la notizia

Latte dall'estero: c'è lo scoop ma non c'è la notizia
Non è illecito utilizzare latte "straniero". Nessuna frode, nè commerciale nè sanitaria, per il latte che arriva da altri Stati UE.

In replica alla puntata di Report sul "latte versato", il Segretario Nazionale del SIVEMP, Aldo Grasselli, pubblica una lettera  con oggetto:  "La filiera del latte è una illustre sconosciuta, ma fa fare scoop televisivi sine materia".

Non c'è la notizia, secondo il Segretario del Sindacato dei Veterinari di Medicina Pubblica. La trasmissione infatti presenta come un inganno ai consumatori, la legittima importazione di latte da altri paesi dell’Unione, poi trasformato in latticini e formaggi "Made in Italy". 

"La narrazione della vicenda che esce dal montaggio di Report sembra avere come obiettivo la difesa dei consumatori, in realtà li sta solo informando con poca attenzione alle regole vigenti, inducendo in loro un ingiustificato sentimento di sfiducia verso le istituzioni"- scrive Grasselli. A  favor di sensazionalismo (ma secondo altri commentatori a favore di alcune organizzazioni agricole, si veda in proposito il parere dell'Antitrust al Ministero della Salute sulle presunte liste segrete) Report, "adombra che i Servizi Veterinari della Sanità Pubblica lascino scorrere latte anonimo nelle nostre filiere"- aggiunge Grasselli mettendo alcuni punti fermi:

- sull’etichetta dei formaggi è obbligatorio indicare l’origine del latte: Latte UE o Latte Extra UE con piena garan-zia dei diritti dei consumatori.
- solo i formaggi e i latticini che hanno un disciplinare specifico o un DOP devono essere preparati con latte proveniente da allevamenti nazionali identificati; gli altri prodotti della filiera del latte possono essere ottenuti con latte di qualsiasi Paese che possieda equivalenti requisiti di sicurezza e salubrità
-il latte italiano non basta a soddisfare le esigenze delle nostre imprese alimentari che, anche grazie a quelle materie prime di altri paesi offrono ai consumatori (nazionali e internazionali) prodotti di inconfutabile qualità, generando una impor-tante quota di Export.
- sul latte contenuto nelle autobotti "che passano dal Brennero”,  i Servizi Veterinari del Ministero della salute, delle ASL e degli Istituti Zooprofilattici Speri-mentali provvedono comunque a verificarne le caratteristiche certificate, sia sul piano della qualità sia - soprattutto - sul piano della salubrità. Esattamente come si fa sul latte italiano col quale sarà poi eventualmente miscelato nei processi di trasformazione.
 
Contro la crisi del mercato del latte italiano (consumi in calo, contrazione della zootecnia, crollo dei prezzi primari) "i disciplinari che identificano i prodotti alimentari possono essere la chance del momento"- speiega Grasselli, perchè "possono prevedere l'esclusione di qualunque ingrediente o componente di lavorazione che non sia legittimata a definirsi italiana o tradizionale. Questo modo di produrre alimenti - conclude- potrà ritagliare una nicchia di mercato sempre più articolata nel territorio nazionale".