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SVIZZERA

USAV: in calo soprattutto le vendite di antibiotici critici

USAV: in calo soprattutto le vendite di antibiotici critici
La quantità totale di antibiotici venduti per il trattamento di animali continua a diminuire, anche se, in generale, la riduzione è meno netta che in passato.

Mentre anche nel 2018 nella medicina veterinaria è notevolmente diminuita la vendita di classi di antibiotici critici per la medicina umana, è stato registrato un aumento della vendita di altre classi di antibiotici (ad es. penicilline e tetracicline). . Sono queste le principali conclusioni del rapporto annuale dell' Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria ( USAV) sulla vendita di antibiotici in medicina veterinaria.

In Svizzera la vendita di antibiotici da parte delle aziende di distribuzione ai veterinari continua a diminuire. Mentre nel 2009 ne sono stati venduti circa 66 000 kg, nel 2018 la quantità ammontava a soli circa 32 000 kg, il che corrisponde a un calo di oltre il 50 % in 10 anni. Rispetto all’anno scorso il calo ammonta all’1,3 % ed è soprattutto da ricondurre a una riduzione delle vendite di premiscele di medicamenti e antibiotici critici. Invece, la quantità di altri antibiotici somministrati per via orale o nella mammella è aumentata rispetto allo scorso anno.

Attualmente l’impiego di antibiotici negli animali può essere stimato solo sulla base delle vendite. Le aziende («titolari dell’omologazione») che distribuiscono antibiotici per la medicina veterinaria (ad es. a studi veterinari, farmacie, fabbriche di mangimi) segnalano una volta all’anno il numero di confezioni vendute per ciascun preparato antibiotico. L’USAV analizza questi dati e li pubblica in un rapporto annuale (si veda ARCH-Vet sotto «Ulteriori informazioni»).

Le statistiche sulle quantità distribuite mettono in luce la frequenza con cui vengono vendute le diverse classi di antibiotici. Tuttavia non forniscono indicazioni riguardo all’uso di antibiotici per specifiche specie animali o tipologie di produzione e non consentono di valutare le malattie trattate o la frequenza dei trattamenti. Pertanto i dati non sono adatti per rilevare un uso eccessivo o improprio di antibiotici, verificare l’efficacia dei provvedimenti o illustrare nessi con la situazione concernente le resistenze.

Per lo sviluppo delle resistenze non è rilevante la quantità complessiva di antibiotici, bensì il numero di trattamenti per ogni animale e il numero di animali trattati per unità di tempo. Per registrare questi dati è necessaria una banca dati che riporti le prescrizioni di antibiotici effettuate dai veterinari. Nell’ambito della Strategia contro le resistenze agli antibiotici (StAR) è stata creata una banca dati centrale destinata a tale scopo.

Informazioni più dettagliate in merito all’impiego di antibiotici potranno essere fornite in un secondo momento tramite la banca dati SI AMV, operativa dal 1° gennaio 2019. In base a questi dati, che dovrebbero essere disponibili e valutati dal 2020, sarà possibile individuare problemi specifici, adottare misure mirate e verificarne l’efficacia. ( fonte)