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Specie esotiche invasive, la posizione delle Regioni

Specie esotiche invasive, la posizione delle Regioni
Per le Regioni ci sono “enormi difficoltà” nell’attuazione pratica del decreto nazionale sulle specie invasive. Testo sinottico Regioni-Governo.

La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha espresso parere favorevole, ma condizionato, sullo schema di decreto che adeguerà l’Italia al Regolamento (UE) n. 1143/2014 sulle specie esotiche invasive.

Il 26 ottobre, le Regioni hanno rilanciato alcune modifiche, già presentate in sede di istruttoria tecnica il 16 ottobre 2017 e “in gran parte condivise anche dal Ministero dell’Ambiente”. Le Regioni chiedono, in particolare l’accoglimento di tre emendamenti “non accolti dalle Amministrazioni centrali in sede tecnica ma irrinunciabili per le Regioni e le Province autonome”.
Si tratta di tre emendamenti relativi all’istruttoria per il rilascio delle autorizzazioni ( art. 10, comma 1 dello schema di decreto), le misure di gestione delle specie invasive ampiamente diffuse (art. 22, comma 1) e sulla clausola finanziaria (art.30, comma 1). In generale le Regioni non condividono l’impostazione di carattere generale data dallo schema di decreto “ che richiede un considerevole impegno (in termine di adempimenti, di strutture, di controlli) alle Regioni e, di riflesso, agli enti locali senza risorse alcune”.

Istruttoria autorizzazioni- Sul rilascio delle autorizzazioni previste all’articolo 9 del Regolamento la Conferenza ha rilanciato l’opportunità di acquisire anche il parere vincolante delle Regioni e Province Autonome interessate. “Non si rilevano le esigenze di celerità che possano determinare un mancato coinvolgimento regionale” si legge nel parere approvato. L’Amministrazione Centrale non aveva invece ritenuto accoglibile la richiesta di un terzo (ulteriore) livello di concertazione con le Regioni – essendo già previsti i due livelli nazionale ed europeo. L’adozione delle autorizzazioni diverrebbe eccessivamente gravosa, pertanto il concerto con le Regioni potrebbe limitarsi ai casi eccezionali.

Misure di gestione
- Le Regioni avevano inizialmente chiesto l’intesa con la Regione interessata, “che, materialmente, deve attuare le misure di gestione in assenza di finanziamenti specifici”, richiesta respinta dall’Amministrazione centrale per il rischio di blocco dell’operatività in ragione di possibili posizioni ostative espresse anche solo da un delle regioni o province autonome. La Conferenza ha rilanciato la richiesta di correggere la dicitura “esemplari” in quanto non adeguata alle misure di gestione che sono rivolte alle popolazioni delle specie esotiche e non ai singoli esemplari. La dicitura esemplari può essere opportuna – secondo le Regioni- quando si tratta la materia delle sanzioni e controlli ove ogni singolo esemplare rappresenta l’oggetto dell’eventuale infrazione. Di parere contrario il Ministero della Giustizia secondo il quale, “una specie è in concreto data dagli esemplari ad essa appartenenti e questo termine è importante al fine di precisare l’oggetto degli obblighi e delle condotte disciplinati dallo schema di decreto”.

Risorse finanziarie
- Secondo le Regioni il decreto richiederà “un notevole impegno per le Regioni. Non è realistico presupporre che sia possibile svolgere le azioni previste senza che ne derivino nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Sono assolutamente necessarie risorse aggiuntive pertanto le Regioni, in considerazione dello stato attuale dei rispettivi bilanci, sono contrarie, e quindi non garantiscono, sotto il profilo operativo, di poter attuare quanto previsto nel Decreto Legislativo medesimo”. Sul punto non c’è stato accordo con l’Amministrazione centrale che chiede impegni alle amministrazioni territoriali, “con le risorse umane e finanziarie disponibili a legislazione vigente.

La legislazione nazionale vigente- Lo schema di decreto inoltre, “va doverosamente armonizzato con la legislazione italiana in essere”, con riguardo, ad esempio, agli interventi di rimozione immediata e precauzionale di esemplari di una specie listata. Nel caso di uccelli e mammiferi (con eccezione di topi, arvicole e nutrie) la procedura si affianca (e forse si sovrappone) a quella già prevista dalla legge n.157/1992. Inoltre, la norma nazionali sugli interventi di eradicazione delle alloctone “mal si concilia con quanto disposto dall’art. 19 sia prima che dopo la definizione delle misure di gestione delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale e delle misure di eradicazione rapida”.
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pdfIL_PARERE_DELLE_REGIONI_APPROVATO.pdf713.04 KB
Posizione delle regioni sullo schema di decreto legislativo recante adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) n. 1143/2014 del parlamento europeo e del consiglio del 22 ottobre 2014, recante disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive (legge n. 170/2016 – legge di delegazione europea 2015)